Economia e Finanza

Quale futuro per il WEF?

Con l’uscita di scena del suo fondatore Klaus Schwab, per la manifestazione grigionese si apre una nuova era ancora tutta da scrivere. Facciamo il punto della situazione

  • 2 ore fa
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Un'immagine scattata lo scorso mese di gennaio a Davos

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Di: SRF/SaPa 

Un’uscita di scena decisamente ingloriosa: ne è stato protagonista Klaus Schwab da decenni indiscusso numero uno del World Economic Forum di Davos (WEF). Ingloriosa perché Schwab è stato accusato insieme alla moglie di essersi arricchito a spese della sua stessa creatura. Una lettera anonima ha infatti gettato pesanti ombre sull’87enne professore di economia che nel 1971 creò l’European management Symposium trasformatosi poi nel colosso World Economic Forum. Ingloriosa perché l’azienda ha immediatamente avviato un’indagine interna “per cattiva condotta finanziaria e etica”, e Schwab ha risposto per le rime querelando l’anonimo estensore dello scritto per diffamazione.

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Klaus Schwab in un'immagine scattata in gennaio a davos

  • Keystone

Il danno d’immagine

Il danno di immagine potrebbe essere pesante per lo stesso Forum già al centro di accuse di sessismo nell’estate del 2024. All’epoca un’indagine esterna non riscontrò violazioni della legge ma rilevò comunque procedure non compatibili con gli standard della manifestazione.

Un brutto colpo per un’organizzazione che punta comunque a riunire politica, economia e società civile “per migliorare il mondo”. Dopo i fatti di questi giorni è verosimile che i critici si sentiranno ancora più legittimati ad affermare che il Forum non è altro che un incontro esclusivo per super ricchi che concludono affari tra una coppa di champagne e l’altra.

La riflessione non è del tutto campata per aria, commenta la redattrice economica di SRF Isabel Pfaff, che sul sito dell’emittente sottolinea: “C’è qualcosa di molto esclusivo nel WEF, anche se ora sono invitati anche ONG e critici. E nemmeno i media hanno accesso agli incontri davvero interessanti”.

01:30

WEF, il fondatore sotto inchiesta

Telegiornale 23.04.2025, 12:30

Chi dopo Schwab?

Il World Economic Forum è in grado di sopravvivere al suo fondatore. Personaggi illustri come l’ex vicepresidente degli USA Al Gore e Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, siedono nel suo consiglio di amministrazione. Ad interim il suo ruolo verrà ricoperto da Peter Brabeck-Letmathe, già presidente del Consiglio di amministrazione di Nestlè. Il successore verrà scelto da una commissione ad hoc. Tra i nomi che circolano spicca quello di Philip Hildebrand, già numero uno della Banca Nazionale Svizzera e oggi vicepresidente del gestore patrimoniale americano BlackRock. Non manca chi cita la numero uno della BCE Christine Lagarde e anche lo stesso Brabeck-Letmathe risulta tra i papabili.

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Philipp Hildebrand in un'immagine scattata nel marzo del 2023

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E se fosse la volta buona per lasciare Davos?

Ad ogni edizione del WEF si sollevano critiche: una volta sono i prezzi esagerati in bar e ristoranti, una volta gli inquilini costretti a lasciare i loro appartamenti per far posto agli ospiti, oppure, recentemente, l’accusa degli organizzatori verso chi organizza eventi anche non in stretta relazione con il Forum. E se fosse la volta buona per cercare una nuova sede?

“Ho frequentato il WEF per qualche anno e la mia personale impressione è che a volte il tutto sia veramente sovradimensionato per una località come Davos – racconta il giornalista economico della RSI Marzio Minoli - Certo, è tutto perfettamente organizzato ma è indubbio che l’ubicazione presuppone un lavoro immane, pensiamo solo alla sicurezza. Potrebbe fare sorridere, ma anche il fatto di avere tante montagne attorno crea un ulteriore problema”.

Minoli sottolinea che non sa quanto sia forte il connubio Davos-Schwab. “Certo è che, al netto delle inchieste in corso, il fatto che Schwab lasci la guida del WEF potrebbe far crescere gli appetiti di chi vorrebbe ospitare la manifestazione, magari in qualche città già abituata a eventi del genere, come ad esempio Ginevra, dove tra l’altro ha sede il quartier generale del WEF”.

A comprova di ciò Minoli cita una curiosità che gli è stata raccontata proprio durante una delle sue visite al WEF: “Il fatto che essendo a gennaio, in una località di montagna, porta diverse persone a declinare l’invito proprio per il freddo e la neve. Insomma, nei Grigioni non sarebbero molto contenti. Ma pensare a un’alternativa, più ‘pratica’, magari con un aeroporto internazionale che sia nelle vicinanze, secondo me è qualche cosa a cui molti stanno già pensando”.

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