La Banca centrale europea ha abbassato all'1,1% la stima di crescita dell'Eurozona per il 2019 e all'1,2% quella per il 2020. Il suo presidente, Mario Draghi, ha confermato giovedì le previsioni per il 2021, con un +1,4%. La BCE ha rivisto pure le stime dell'inflazione per i prossimi anni: +1,1% quest’anno, +1% per il 2020 e +1,5% nel 2021.
L’istituto di Francoforte ha annunciato la decisione di tagliare i tassi sui depositi dal -0.4 al -0,50% e di lasciare invariato il tasso principale allo 0%. Non solo, è stato reso noto pure il progetto di riaprire da novembre il “quantitative easing”, ovvero il programma di acquisto di titoli pubblici per 20 miliardi al mese.
“La decisione presa riflette un'inflazione che continua ad essere al di sotto dell'obiettivo del 2%, e le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell'economia più protratta, importanti rischi al ribasso e un'inflazione debole", ha spiegato Draghi, che lascerà l'incarico il mese prossimo e sarà sostituito dall'ex direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde.
Bce, la cura di Draghi
Telegiornale 13.09.2019, 14:30
Notiziario delle 17.00 del 12 settembre 2019; il servizio di Simona Soldini
RSI Info 12.09.2019, 19:00
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