Rimandare di dieci anni – ossia al 2044 – lo spegnimento dell’ultima centrale nucleare in Svizzera: sarebbe questa la nuova idea della consigliera federale Doris Leuthard, stando a quanto anticipato ieri dalla SonntagsZeitung.
Alcune settimane fa la responsabile della politica energetica aveva presentato un progetto diverso; ogni reattore avrebbe dovuto essere spento al compimento del cinquantesimo anno di servizio: l’ultimo sarebbe stato quello di Leibstadt, nel canton Argovia, nel 2034.
Altrimenti servono le centrali a gas
Per abbandonare l’atomo nel 2034, e riuscire comunque a sopperire al fabbisogno energetico confederato, bisognerebbe costruire da due a sette centrali a gas, notoriamente grandi produttrici di anidride carbonica e per questo molto criticate. Facendo slittare di qualche anno l’uscita dal nucleare, si potrebbe invece guadagnare del tempo per poi puntare allo sfruttamento di energie rinnovabili.
Entro fine anno sarà per esempio analizzata la possibilità di ricorrere alle autostrade per lo sfruttamento dell’energia solare. Come riferito da DerSonntag, un esempio è la A9 in Vallese; molte ditte si sarebbero già interessate all’insediamento di pannelli fotovoltaici su un tratto di carreggiata lungo un chilometro.
Iniziativa dei Verdi, già 110'000 firme
Domenica i Verdi hanno fatto sapere che l’iniziativa denominata “Per un abbandono pianificato dell'energia Nucleare” ha già raccolto 110'000 sottoscrizioni in undici mesi. Il testo chiede lo spegnimento dei reattori attualmente in funzione entro 45 anni dalla loro messa in funzione. L'impianto più giovane – Leibstadt (AG) – cesserebbe l'attività nel 2029. Gli ecologisti intendono ancorare il divieto del nucleare nella Costituzione.