L’accantonamento da 70 milioni di franchi annunciato nelle scorse settimane da Julius Bär era effettivamente legato a René Benko, 46enne rampante immobiliarista austriaco il cui impero sta ormai andando a rotoli per effetto dell’aumento dei tassi di interesse, tanto che proprio oggi, lunedì, un tribunale tedesco ha sancito l’insolvenza di una controllata tedesca del gruppo Signa da lui fondata (ma non più presieduta).
Era fra i più ricchi austriaci
In un comunicato diffuso in mattinata, la banca svizzera ha dichiarato che la misura adottata di recente è legata “alla maggiore esposizione singola” nel portafoglio dei ricchi clienti privati. Non ha fatto il nome di Benko, confermato però da fonti interne all’agenzia AWP. Nel dettaglio, a tre diverse entità legate al proprietario del gruppo Signa, Julius Bär ha prestato 606 milioni di franchi. Questo, stando a informazioni di stampa, nel quadro dell’operazione di acquisto dei grandi magazzini Globus, che ha coinvolto anche investitori thailandesi.
Julius Bär garantisce che resterebbe solida
A titolo di paragone, l’insieme di questo segmento dei ricchi clienti privati vale 1,5 miliardi di franchi nel bilancio di Julius Bär, mentre il totale dei prestiti alla clientela 41 miliardi. La seconda e le terza fra le maggiori esposizioni creditizie valgono 216 e 140 milioni di franchi. Altri accantonamenti sono possibili, ha fatto sapere l’istituto, ma anche se l’intera somma dovuta da Benko andasse perduta, la banca nata a Zurigo nel 1890 rimarrebbe solida e sufficientemente capitalizzata. I fondi propri di tipo CET 1 ammonterebbero ancora al 14% (a fine ottobre erano al 16,1%).
Anzi, Julius Bär, che è presente in 12 località svizzere fra cui Lugano e anche all’estero, farebbe comunque segnare utili. Si sa tuttavia già (e non solo a causa della vicenda Signa) che quest’anno essi saranno inferiori ai 950 milioni del 2022.
Il tracollo della holding Signa, attiva oltre che nell’edilizia anche nel commercio al dettaglio e nei media, ha causato il blocco di progetti anche importanti, come quello della Elbtower di Amburgo.