Quest’anno quasi tutti gli operai Volkswagen avranno vacanze di Natale più lunghe del solito. Ben venticinque giorni di fermo per tutte le linee – salvo quella della nuova Tiguan a Wolfsburg, un modello particolarmente richiesto – dal 17 dicembre all’11 gennaio. Solitamente la produzione s’interrompe dalla vigilia di Natale ai primi di gennaio. La spiegazione ufficiale data dall’azienda: lavori di ammodernamento e manutenzione. Ma è difficile non pensare che ci sia un rapporto con il cosiddetto Dieselgate, il caso che da oltre due mesi sta tenendo sotto scacco il gruppo VW. La manipolazione delle emissioni nocive tramite software costerà a VW miliardi di dollari in multe e costi di riparazione. Comunque un legame fra lo scandalo e le vacanze prolungate non è stato confermato.
Addio al bonus
Un'altra notizia di questi giorni, sempre riguardante le maestranze VW, è la più che probabile perdita del tradizionale bonus legato alla ridistribuzione del 10% dei profitti annuali. Profitti che difficilmente, nel 2015, il primo costruttore mondiale potrà realizzare.
E queste sono solo alcune delle novità in un crescendo di colpi di scena iniziato in settembre, quando VW ha ammesso di aver modificato il software delle centraline di 11 milioni di motori Diesel per far credere ai sistemi di controllo che fossero in regola con le emissioni di ossidi d’azoto. Scandalo che ha spazzato via il potente patron del gruppo Martin Winterkorn.
Una griglia e nuovi software
La scorsa settimana VW ha presentato alle autorità tedesche le soluzioni per la messa in regola della maggior parte dei motori Diesel coinvolti, gli ormai famigerati Typ EA 189. Per quelli da 1,6 litri sarà aggiunta una griglia che riduce la formazione di vortici nel flusso d’aria in entrata, migliorando il processo di combustione; sarà necessario pure un aggiornamento del software per la rimozione di quello truffaldino. Nei motori di 2,0 litri l’operazione sarà invece unicamente informatica.
Una delle parti da modificare
Anche in Svizzera l’azione di richiamo delle auto interessate (circa 130mila) partirà il prossimo mese di gennaio. Ancora però non è certo al 100% che gli interventi permetteranno di rispettare le emissioni senza influire sulle prestazioni dei motori e sui consumi.
Nel mirino pure per il CO2
Va anche ricordato – mentre da diversi Paesi fioccano le multe e gli ordini di richiamo a carico del gruppo VW – che la casa automobilista tedesca è pure sotto pressione perché sono emerse irregolarità pure nelle emissioni di CO2, dalle quali spesso dipendono le tasse di circolazione. Ottocentomila, secondo una prima stima, le auto che potrebbe essere necessario modificare.
Da quanto è esploso il Dieselgate, anche altre case automobilistiche sono finite nel mirino delle autorità di vigilanza di molti Paesi e delle organizzazioni non governative che dedicano le loro risorse alla protezione ambientale. È di questi giorni la notizia che qualcosa non quadra nelle emissioni nocive della nuova Renault Espace (ma i francesi negano le accuse). È chiaro: lo scandalo è tutt'altro che concluso.
Anche sul fronte penale: otto i manager del gruppo VW che sono stati sospesi, mentre diverse autorità hanno avviato indagini in più paesi. In Svizzera l'inchiesta è stata assunta dal Ministero pubblico della Confederazione, che raccoglie e vaglia le denunce presentate da diversi privati cittadini.
Antonio Civile