Economia e Finanza

Dissidente cinese in fuga

Dal suo rifugio segreto un videomessaggio al premier

  • 27 aprile 2012, 20:01
  • 5 giugno 2023, 17:59
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di Laura Daverio

Chen Guangcheng, attivista cieco, è scappato dalla condizione illegale di arresti domiciliari sotto la quale è tenuto con la famiglia a Dongshigu, provincia settentrionale dello Shangdong. Sarebbe adesso nascosto a Pechino, nessuno però sa dove si trovi.

Il suo nome è diventato simbolo della lotta contro gli abusi del regime da quando nel 2005 cercò di organizzare un’azione di classe denunciando 7.000 casi di aborti forzati nel distretto municipale di Linyi, nello Shangdong. Gli aborti venivano operati contro la volontà delle donne a causa della politica del figlio unico. Sono pratiche violente illegali, ma ancora diffuse. La denuncia non portò a nessuna condanna delle autorità locali. Chi fu invece condannato fu Chen Guangcheng, imprigionato per 4 anni e 3 mesi, colpevole per il tribunale di “aver danneggiato proprietà e aver disturbato il traffico”.

Dopo il carcere, gli arresti domiciliari

Scontata la pena, è stato tenuto agli arresti domiciliari senza alcuna base legale. Durante la prigionia sia lui che la famiglia sono stati picchiati. Da allora chiunque abbia cercato di avvicinarsi alla sua casa è stato scacciato in malo modo da guardie che circondano la sua residenza. Ultimo di una lunga lista, anche l’attore americano Christian Bale. Stava girando l’anno scorso in Cina, non lontano dal luogo di prigionia di Chen, il film “Fiori di Guerra” diretto da Zhang Yimou.

Un messaggio diretto al primo ministro

Oggi il sito Boxun.com, legato a dissidenti cinesi, ha rilasciato online un video in cui Chen Guancheng conferma le violenze subite, denuncia i responsabili per nome e fa tre richieste rivolgendosi direttamente a Wen Jiabao, il Premier cinese. Gli chiede di punire i responsabili delle violenza subite dalla sua famiglia, di assicurare la sicurezza della sua famiglia adesso che lui è diventato un fuggitivo e di lottare e punire la corruzione.

Gallery video - Dissidente cinese in fuga

Un rifugio ancora sconosciuto

C’è chi dice che l’attivista sia riuscito a entrare nell’Ambasciata degli Stati Uniti a Pechino o in un’altra ambasciata. Non ci sono conferme ufficiali. Nel frattempo eventi drammatici avrebbero già colpito la famiglia. Appresa la notizia della fuga, persone non identificate sarebbero entrate in casa. Il nipote avrebbe cercato di difendersi con un coltello e sarebbe ora in custodia. L’attivista He Peirong che lo ha aiutato a fuggire è stata arrestata oggi a Nanchino.

Un caso divenuto ormai internazionale

La lotta di Chen Guangcheng da anni e’ un simbolo contro il soppruso di un sistema dove chi è al potere è al di sopra della legge e, anche in caso di chiaro abuso sulla popolazione, rimane impunito. Molti negli anni hanno voluto esprimere solidarietà con l’attivista ed esiste anche un sito apposito dove la gente invia le sue foto, posando con occhiali da sole, gli stessi che porta sempre l’attivista cieco.

Una prova per il governo cinese

La fuga di Chen Guangcheng colpisce le autorità cinesi in un momento di conflitti politici legati alla caduta dal potere di Bo Xilai, ex segretario del Partito nella città di Chongqing. Le autorità hanno più volte lodato “il ruolo della legge” nell’investigare i crimini di Bo Xilai e la sua famiglia. Tra l’altro è stato proprio il Premier Wen Jiabao, rivolgendosi ai media lo scorso febbraio, a incoraggiare, almeno a parole, riforme politiche. Come verrà affrontato il caso di Chen, sarà una importante dimostrazione pubblica di quanto davvero sia rispettata la legge in Cina.

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