Una partita finita in tragedia. Sarebbero almeno una settantina (ma il bilancio è destinato a salire) le persone decedute, in seguito agli scontri tra tifosi avvenuti al termine di un incontro di calcio a Porto Said, in Egitto.
A riferirlo è il Ministero della sanità locale, stando al quale i feriti sarebbero “centinaia”, forse "un migliaio". Le violenze hanno coinvolto i sostenitori delle squadre dell'al Masri e dell'al Ahly, che hanno invaso il terreno di gioco, dando vita a una vera e propria caccia ai giocatori avversari. All'interno dello stadio è inoltre scoppiato un violento incendio.
Un elicottero in soccorso dei giocatori
L'esercito egiziano, come riferiscono fonti militari, ha inviato elicotteri a Port Said per portare via i giocatori e i tifosi della squadra ospite (la al Ahly), ancora bloccati all'interno della struttura dopo gli scontri sanguinosi. I velivoli si occuperanno anche di portare in ospedale i feriti.
“Una guerra pianificata"
Le due squadre di calcio egiziane protagoniste, loro malgrado, delle violenze di stasera hanno una "lunga storia di ostilità alle spalle, spesso sfociata in scontri fra opposte tifoserie". A scriverlo è il quotidiano 'Egypt indipendent' online, secondo il quale “anche in tempi recenti i supporter dei due club si sono affrontati violentemente”.
Inoltre, commentando quanto accaduto in campo, il medico di una delle due formazioni ha parlato di "una guerra pianificata" e ha chiesto l'apertura di un'inchiesta.
Premier League sospesa
La Federazione calcistica egiziana, come riporta la TV di Stato, ha nel frattempo deciso di sospendere, a tempo indeterminato, tutte le partite della Premier League.