General Motors “scarica” l'amministrazione Trump nella battaglia contro la California in merito alle norme sulle emissioni nocive. "Riteniamo che gli ambiziosi obiettivi sull'elettrico del presidente eletto, della California e di General Motors siano allineati per affrontare il cambiamento climatico tramite una drastica riduzione delle emissioni", afferma GM, dicendosi "fiduciosa sul fatto che l'amministrazione Biden, la California e l'industria dell'auto, che sostiene 10,3 milioni di posti di lavoro, possano collaborare".
GM, per decenni numero 1 al mondo nelle quattro ruote, si era inizialmente schierata con l'amministrazione Trump convinta che fosse il Governo federale e non la California a dover dettare le regole sulle emissioni.
A distanza di un anno dal “patto” con Trump, però, General Motors fa una inversione totale, salutata con favore dal presidente eletto Joe Biden. "Sono notizie incoraggianti per la nostra economia”, ha detto Biden, “per il nostro pianeta e per il successo a lungo termine dei dipendenti americani dell'industria automobilistica".
L'annuncio è stato dato dal CEO del colosso di Detroit, Mary Barra, in una lettera alle associazioni ambientaliste, in cui assicura ogni sforzo "per trovare il percorso che porterà a un futuro tutto elettrico". Per sostenere il dialogo GM ha perciò deciso di "ritirarsi immediatamente" dalle dispute legali in California, invitando Toyota e FCA - che l'avevano affiancata nella disputa - a fare altrettanto.
Il rapporto tra GM e Donald Trump, d'altra parte, non è stato facile nei quattro anni appena trascorsi, con il presidente uscente che ha visto in Barra un ostacolo alla sua promessa di riportare in USA i progetti industriali appaltati al di fuori degli Stati Uniti. La General Motors infatti aveva progettato di chiudere gli stabilimenti negli Stati Uniti e trasferire la produzione di alcuni modelli in Messico e Cina.