Se la Grecia rimane al centro di una situazione quasi disperata, il Portogallo, uno dei paesi più colpiti dalla crisi, si è rialzato e ha dimostrato che rialzarsi dalle difficoltà è possibile.
In questi giorni il primo ministro conservatore Pedro Passos Coelho ha voluto sottolineare come sia già passato un anno da quanto gli ispettori della “troika” se ne sono andati da Lisbona, dopo aver passato tre anni a controllare i conti statali dei lusitani.
“Non abbiamo chiesto più tempo o più soldi. Nessuno ci ha imposto un programma di tutela”, le parole del vicepremier Paulo Portas. Il riferimento ad altre realtà europee è fin troppo chiaro.
Un paese che lentamente si sta riprendendo. Per il 2016 si stima una crescita del PIL del 1,6%. Ma il rigore sulle spese statali rimane. La disoccupazione è ancora al 13% e il debito pubblico al 125% del PIL. Importante è il fatto che i mercati credono nella ripresa. Lo dimostra il fatto che il Portogallo ha emesso obbligazioni statali a tasso negativo per 300 milioni di euro a sei mesi: chi presta i soldi a Lisbona, dovrà anche pagare.
Marzio Minoli
RG delle 8.00 del 21.05.2015; il servizio di Marzio Minoli
RSI Info 21.05.2015, 10:08
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