I documenti venuti alla luce evidenziano che sono tre i principali paesi dove le società panamensi venivano costituite: Hong Kong, il Regno Unito e la Svizzera. Nulla di cui stupirsi. Si tratta di tre tra i maggiori centri finanziari mondiali, quindi è logico che queste operazioni avvenissero laddove c’erano le strutture per poterle fare.
Ci sono molti centri cosiddetti off-shore nei quali domiciliare una società per beneficiare di statuti fiscali particolari. Ma quella che viene chiamata “pianificazione fiscale internazionale” è una scienza complicata. Dipende sempre dallo scopo per il quale si vuole una società. E, per inciso, spesso e volentieri, non ne basta una, ma si deve costruire una rete di società. Tutto legale, tutto lecito. L’illecito arriva quando chi ha una società, panamense in questo caso, non la dichiara.
Quello che ci si può chiedere è come mai sono venute alla luce solo società panamensi. Almeno per il momento. Perché sono le più popolari. I motivi? Panama è un centro finanziario stabile, con un sistema bancario efficace e ha una cultura commerciale consolidata, questo grazie alla presenza del canale. Inoltre le società panamensi hanno una particolarità: si possono usare per molti scopi, dall’apertura di un conto bancario all’intestazione di un palazzo. Costano poco: possiamo dire che in media si pagano 2000 franchi per averla. Ma anche meno. Sono veloci, in 2-3 giorni la si può avere.
Come detto la Svizzera è tra i paesi più attivi nel costituirle. A Ginevra il Ministero pubblico ha aperto un procedimento per verificare il coinvolgimento di banche e altre persone domiciliate nel cantone citate nei documenti sottratti alla società fiduciaria Mossack Fonseca. Il compito sarà arduo. Creare una società off-shore non è reato e, per complicare ulteriormente le cose, a costituirle spesso sono avvocati, i quali, se si limitano a dare consigli, non devono segnalare se dietro si celino operazioni sospette. Infatti la Legge federale contro il riciclaggio li esenta da tale obbligo. E questo, per dirla con le parole di Mark Branson, direttore della FINMA, l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, è un problema che dovrà risolvere la politica.
Marzio Minoli
Il nostro dossier Il caso "Panama papers"