Economia e Finanza

Il popolo tradito dall'auto

Scandalo Volkswagen, il commento di Antonio Civile*

  • 22 settembre 2015, 17:37
  • 7 giugno 2023, 13:03
C'è un marchio al quale ridare lustro

C'è un marchio al quale ridare lustro

  • Keystone

Chissà chi è stato quell’ingegnere di Volkswagen che a un certo punto della sua carriera si è trovato di fronte un bivio. Avviare una costosa progettazione per rendere ancora meno inquinante il diffusissimo motore Diesel del gruppo tedesco, oppure trovare un sistema più economico. Magari un software in grado di addomesticare la centralina nel momento buono, barando sulle emissioni.

Non sappiamo ancora chi fosse effettivamente a conoscenza di quel trucco che ha permesso al colosso di Wolfsburg di piazzare almeno 11 milioni di vetture taroccate. Ed è presto per capire quanto andrà lontano lo tsunami innescato da quell’ente di certificazione californiano che ha fornito le prove della manipolazione all’ente americano preposto alla protezione dell’ambiente.

Lo scandalo è servito. Il timoniere di Volkswagen Martin Winterkorn ha dovuto confessare l’inganno operato ai danni di quel popolo a cui il marchio fa riferimento, affrontare un tracollo in borsa, accantonare miliardi in previsione di colossali multe, e chissà cos’altro aspetta VW e le Case che controlla, come Audi, Seat e Skoda.

Per il momento gli altri produttori stanno a guardare, forse qualcuno è tentato di fregarsi le mani, specialmente nel Nordamerica dove VW ha lanciato un’aggressiva campagna di espansione puntando proprio sull’efficienza e la pulizia dei suoi motori Diesel, in un mercato dove tradizionalmente il gasolio è relegato a combustile per mezzi pesanti e locomotive. Ma è probabile che le indagini che dagli USA stanno rimbalzando nel resto del mondo, non si fermeranno alle vetture con i motori tedeschi. Di certo gli americani non molleranno la presa tanto facilmente: abbiamo visto come si sono dedicati meticolosamente alla ricerca di evasori fiscali e bancari compiacenti.

A vacillare è uno dei simboli della vettura affidabile, fedele come un elettrodomestico, la quattro ruote che – citando lo slogan pubblicitario caro a VW – incarna “das Auto” come prototipo di una mobilità privata senza compromessi. E entra in discussione pure l’irreprensibilità teutonica, il continuo richiamo a rispettare le regole, l’esempio di un Paese che trascinato anche dall’industria automobilistica ha affrontato a testa alta la crisi che ha attraversato l’Europa unita.

Per Volkswagen la sfida è ora trovare la via per riconquistare la fiducia del suo popolo di automobilisti.

* Responsabile rubrica www.rsi.ch/motori

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