L’acquicoltura, ossia l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi, ha superato per la prima volta i quantitativi della pesca a livello mondiale. Il sorpasso, con il 51%, è avvenuto nel 2022, secondo un rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) pubblicato venerdì in Costa Rica, dove è in corso la conferenza sulla conservazione degli oceani.
“Mentre la pesca di cattura è rimasta praticamente invariata per decenni, l’acquicoltura è aumentata del 6,6% dal 2020”, rileva il direttore Generale della FAO, Qu Dongyu.
Il rapporto mostra che il commercio mondiale di animali acquatici ha raggiunto un livello record nel 2022, con 195 miliardi di dollari, con un aumento del 19% rispetto al 2019, prima della pandemia. La Cina al primo posto in termini di esportazioni (12%), seguita da Norvegia (8%) e Vietnam (6%). L’Unione Europea è la principale destinazione di questa produzione, ma tra i singoli paesi gli Stati Uniti sono in testa con il 17% della domanda. Si stima che la produzione di animali acquatici aumenterà del 10% entro il 2032.
Pescatori, preoccupa la riduzione della trota
Il Quotidiano 02.03.2024, 19:00