Per la prima volta dal febbraio scorso l’inflazione torna ad aumentare in Svizzera, seppur lievemente: in settembre la crescita dei prezzi su base annua si è attestata all’1,7%, a fronte dell’1,6% registrato in agosto e in luglio. Stando ai dati pubblicati martedì dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel nono mese del 2023 l’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 106,3 punti.
A livello mensile i prezzi sono invece scesi: la variazione rispetto ad agosto è pari a -0,1% (le attese erano comprese fa 0,0% e +0,2%). Secondo gli esperti dell’UST, la contrazione dei prezzi mensile è riconducibile a vari fattori, tra cui la riduzione dei costi nel settori alberghiero e paralberghiero, dei biglietti aerei e dei viaggi forfetari.
Sono invece diventati più cari i corsi per il tempo libero, il carburante, l’olio da riscaldamento, così come gli indumenti e le calzature. Va peraltro notata anche l’evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -0,5 mensile e +3,8% annuo, così come il comparto abitazione ed energia (rispettivamente +0,1% e +3,2%).
Negativa ancora sino al marzo 2021, l’inflazione è salita sensibilmente in Svizzera, arrivando a toccare un picco del 3,5% nell’agosto 2022, per poi tornare a calare lievemente e chiudere l’anno scorso con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni. Visto che non è stata compensata da una crescita degli stipendi nominali, ha comportato nel 2022 per i salariati la perdita di potere d’acquisto più forte dai tempi della Seconda guerra mondiale. Nel 2023 il punto più altro è stato osservato in febbraio: +3,4%.
Passando ai dettagli relativi all’inflazione elvetica di settembre, nel confronto con agosto i prezzi dei prodotti indigeni sono scesi dello 0,2%, mentre quelli dei prodotti importati sono aumentati dello 0,3%. Su base annua i primi segnano +2,1%, i secondi +0,5%.
Notiziario delle 10:00 del 03.10.2023
Notiziario 03.10.2023, 10:08
Contenuto audio