LafargeHolcim, il numero uno mondiale del cemento, ha ammesso giovedì di aver concluso accordi "inaccettabili" con gruppi armati attivi in Sira, pur di mantenere in attività uno stabilimento nel paese mediorientale dilaniato dalla guerra e "salvaguardare l'incolumità dei dipendenti".
Secondo il quotidiano Le Monde, che ha portato alla luce la vicenda a giugno, hanno beneficiato "dell'accordo" soprattutto i miliziani dell'autoproclamato Stato Islamico. In Francia il gruppo è finito nel mirino della magistratura in seguito alle accuse depositate dal ministero dell'economia, che accusa LafargeHolcim di finanziamento del terrorismo e di aver violato le sanzioni imposte dall'UE al regime di Bachar al-Assad.
Nonostante la vicenda, il gruppo ha registrato un utile netto di 2,09 miliardi lo scorso anno, dopo una perdita nel 2015. Il fatturato si è contratto dell'8,7% a 26,9 miliardi di franchi, ha annunciato oggi il gruppo in un comunicato. Tenendo conto delle cessioni operate da LafargeHolcim durante l'esercizio in rassegna, l'utile netto risulta in calo dell'1,7% su un anno.
La direzione di LafargeHolcim ha infine confermato il suo interesse a contribuire alla costruzione del muro voluto da Donald Trump al confine fra Stati Uniti e Messico. La multinazionale ravvisa opportunità nei massicci investimenti in questo senso previsti dalla nuova amministrazione. "Siamo il numero uno del cemento negli Stati Uniti", ha sottolineato oggi a Zurigo davanti ai media Eric Olsen, presidente della direzione del gruppo.
ATS/M. Ang.
Dal TG12.30: