I Verdi del Ticino hanno lanciato oggi un’interrogazione in merito al progetto di ordinanza federale in vista della riforma delle ferrovie 2, che prevede la chiusura delle linee ferroviarie regionali che non raggiungono un tasso di copertura dei costi superiore al 50%. Tali linee verranno sottoposte a delle verifiche di redditività prima di effettuare ulteriori investimenti, con l’obiettivo di chiudere quelle meno redditizie e trasferire il servizio sui bus.
Tutte le linee toccate in Ticino, 175 a livello nazionale
In Ticino sono quindi in pericolo tutte le linee regionali: Lugano-Ponte Tresa, Locarno-Camedo, S10 Airolo-Chiasso, S20 Castione-Arbedo-Bellinzona, S30 Bellinzona-Pino. A livello federale, sono invece 175 su 300 quelle a rischio chiusura.
Proposta “miope e controproducente”
Per i Verdi la proposta è “miope” e “controproducente” ed il risultato di una simile politica sarebbe la “replica degli errori del passato”, quando furono tagliate le linee Ponte Brolla-Cavergno, Biasca-Acquarossa, Bellinzona-Mesocco, Lugano-Cadro e Lugano-Tesserete. Ciò comporterebbe inoltre “un chiaro peggioramente del trasporto pubblico”, spingendo gli utenti ad usare maggiormente l’automobile. Gli ecologisti auspicano che le linee ferroviarie regionali siano valutate non solo da un punto di vista strettamente economico, ma che siano inserite in un contesto geografico e sociale, nonché nell’insieme della politica di trasporto pubblico.
Per questi motivi i Verdi hanno deciso di rivolgere alcune domande al Consiglio di Stato, in particolare chiedendo cosa ne pensa di questa ordinanza e se intende intervenire e attivarsi tramite la deputazione ticinese alle Camere federali.