Glencore, la cui sede è a Baar (ZG) ma che possiede impianti in tutto il mondo che ne fanno uno dei colossi delle materie prime a livello mondiale, ha deciso di rispondere al calo dei prezzi riducendo di 500'000 tonnellate la sua produzione di zinco, un volume pari al 4% dell'offerta globale. La misura, temporanea e adottata allo scopo di proteggere le riserve, si tradurrà in pesanti conseguenze sull'impiego: 1'500 posti saranno soppressi nelle miniere in Australia e in America Latina. Quelle di Lady Loretta e Iscaycruz sospenderanno l'attività, altre la ridurranno.
L'annuncio ha avuto un'immediata ripercussione sul corso del metallo, fra i componenti delle pile e di diverse leghe, oltre che essenziale per i processi di galvanizzazione (l'antidoto alla corrosione). Dopo essere calato di quasi un terzo da maggio, toccando i minimi da 5 anni, ha riguadagnato il 6%.
Glencore, indebitata per 30 miliardi di dollari, di recente aveva già adattato le sue capacità di estrazione di rame e platino, tagliando fra l'altro 818 impieghi in Sudafrica.
pon/ATS