“Nessuna centrale deve essere spenta”, secondo quanto ha detto il Commissario Ue per l'Energia, Gunther Oettinger, illustrando i risultati dello stress test compiuto sulle 145 centrali nucleari, tra cui le 54 più a richio sottoposte a indagini particolareggiate, nell’Unione europea dopo l'incidente di Fukushima.
Necessari dai 10 ai 25 miliardi di euro
Gli standard di sicurezza in Europa sono “generalmente elevati”, ma “si raccomandano ulteriori miglioramenti nelle misure di quasi tutti gli impianti”. Se infatti nessun reattore deve essere chiuso si stima che saranno necessari fra i 10 e i 25 miliardi di euro di investimenti per adeguare gli stessi ai massimi standard di sicurezza.
I nuovi criteri per il calcolo del rischio non sono applicati in 54 reattori nel caso di terremoti e in 62 reattori per il pericolo inondazioni, il che equivale a un terzo del totale (145 reattori). Inoltre gli strumenti di misura e allerta di possibili terremoti dovrebbero essere installati o migliorati in 121 reattori, mentre 81 non hanno luoghi sicuri dove porre le apparecchiature per fronteggiare gravi incidenti, nel caso di una “devastazione generale.
Piani d'azione nazionali
Altri 32 reattori non sono ancora equipaggiati con sistemi di ventilazione che consentano una depressurizzazione sicura in caso di incidente e 24 reattori non dispongono di una sala di controllo di emergenza in caso quella principale sia fuori uso.
Il passo successivo consiste nel piano d’azione che i singoli enti nazionali dovranno preparare entro la fine del 2012 e che verrà esaminato da parte esperti indipendenti a inizio del 2013, per verificare se hanno soddisfatto le raccomandazioni UE. Sarà poi la Commissione europea a tirare le somme e a fare il bilancio finale sulla loro attuazione, a giugno del 2014.
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