Stando a un comunicato diramato dalla stessa banca, sono due le società di cambio attive in Ticino coinvolte nell'inchiesta per il buco da 15 milioni di franchi alla Notenstein, aperta nei giorni scorsi dal Ministero pubblico e già sfociata negli arresti di un funzionario della stessa Notenstein (parzialmente reoconfesso) e il titolare di un ufficio attivo appunto nel settore cambi. Accertamenti sono in corso e i passi legali necessari sono stati intrapresi, si legge ancora nella nota alla stampa.
L'istituto ha cessato a fine dicembre l'attività di compravendita di banconote svolta dalla succursale di Lugano, una misura che mette in difficoltà i cambisti della regione. La clientela privata, precisa la banca, non risulta in alcun modo toccata dal provvedimento, visto che l'intera vicenda riguarda unicamente "i rapporti con gli operatori professionali di contante".