Sono entrati in vigore nuovi dazi doganali incrociati tra Stati Uniti e Cina. Washington applica ormai una tariffa del 15% su 112 miliardi di dollari relativi a tutta una serie di merci importate dal paese asiatico che, da parte sua, ha portato dal 5 al 10 percento i dazi su alcuni prodotti americani inclusi i semi di soia, le automobili e il petrolio, per una cifra d'affari pari a 75 miliardi di dollari.
L'entrata in vigore delle tariffe conferma l'escalation della guerra commerciale fra le due superpotenze economiche. Stati Uniti e Cina non sembrano comunque intenzionate a mollare la presa e a rinunciare a confrontarsi a muso duro, anche se le trattative dietro le quinte proseguono e l'incontro fra le due delegazioni agli inizi di settembre resta al momento confermato.
La posta in gioco per Trump è elevata, soprattutto dal punto di vista elettorale: battere la Cina gli consentirebbe di avvalersi di un'importante vittoria davanti al suo popolo, preso di mira dalle tariffe cinesi. Secondo gli analisti, i dazi di Trump costeranno in media a una famiglia americana 1'000 dollari l'anno con il conseguente rischio di un rallentamento dei consumi. Un pericolo di cui l'amministrazione è consapevole e che intende disinnescare. Allo studio ci sarebbe infatti un nuovo taglio delle tasse pari all'ammontare dei soldi incassati dai dazi ottenuti dalla Cina.