I 14 paesi esportatori di petrolio (OPEC) hanno deciso, in un vertice di mercoledì a Vienna, di tagliare la produzione di greggio di 1,2 milioni di barili al giorno, passando a quota 32,5 milioni a partire da gennaio. Nei prossimi giorni si inizierà a lavorare per trovare un'intesa con i paesi non-OPEC. La Russia, che non fa parte dell'organizzazione ma vi collabora, ha confermato che parteciperà all'iniziativa con un taglio di 300'000 barili al giorno, la metà della cifra richiesta ai membri esterni al cartello.
Una panoramica del vertice a Vienna
Lo scopo è risollevare le quotazioni dell'oro nero dopo due anni di prezzi in caduta libera e — infatti — il Brent è schizzato subito in alto a New York a 48,51 dollari (+7,25%). Apertura su livelli da primato per tutto il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,33% a 19'185,22 punti, il NASDAQ lo 0,16% a 5'388,97 punti e lo S&P500 lo 0,25% a 2'210,08 punti.
L'ultimo accordo del genere risale al 2008, ma l'intenzione di abbassare la produzione era già stata annunciata in settembre nel corso del meeting di Algeri. Gli stati OPEC forniscono il 42% della produzione mondiale di petrolio (soprattutto dall'Arabia Saudita, primo produttore mondiale) e il 17% di quella di gas naturale.
Anche la Russia, che non fa però parte dell'OPEC, si è detta d'accordo per tagliare la propria produzione di petrolio di 300.000 barili al giorno nei primi sei mesi del 2017.
AFP/px