La seduta positiva di martedì è stata un fuoco di paglia: la Borsa svizzera, così come tutti gli altri principali listini, ha ripreso la discesa, cedendo oggi (mercoledì) il 3,13% e chiudendo sotto della soglia degli 8'000 punti. I 7'966,34 di fine seduta sono il valore più basso da un anno, da quando cioè la BNS aveva annunciato la fine del cambio minimo fra franco ed euro. Dall'inizio del 2016 la flessione è di circa il 9%.
A spaventare gli investitori è ancora una volta il corso del petrolio tornato al di sotto dei 27 dollari, che suscita timori per la crescita mondiale. Gli ultimi dati congiunturali statunitensi hanno avuto scarso impatto. La seduta è stata particolarmente negativa per Zurich (-10,82%), per l'inatteso avvertimento sugli utili, ma tutti i maggiori titoli sono stati penalizzati con l'eccezione di SGS, che ha presentato conti in linea con le attese.
Non è andata meglio sulle altre piazze: -4,83% per Milano, -3,46% per Londra, -3,45% per Parigi, -3,11% per Francoforte. Wall Street ha aperto in netto ribasso, per poi chiudere con una perdita dell'1,56% (Dow Jones) e dello 0,12% (Nasdaq). Sul fronte delle valute, il rublo va a picco insieme al greggio, con il gas principale prodotto di esportazione russa: occorrono quasi 82 rubli per un dollaro.
pon/ANSA/ATS/AFP
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