Grande alleata del regime di Bashar el Assad, la Russia non ha cambiato parere e continua a non esigere la partenza del presidente siriano, neanche dopo la visita di oggi a Mosca del capo del Consiglio nazionale siriano (all'opposizione) Abdel Basset Sayda, che ha visto il ministro degli esteri Serghei Lavrov.
Transizione sì, ma non per forza senza Assad
Per quest'ultimo non ci può essere dialogo fino a quando il capo dello Stato non avrà rinunciato al potere. Un Esecutivo di transizione era previsto anche dal Gruppo di azione per la Siria, incontratosi a Ginevra il 30 giugno. Le sue conclusioni non citano però espressamente la partenza di Assad e nemmeno il progetto di risoluzione che il Cremlino ha sottoposto agli altri membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Le proposte russe
Il testo, che la Francia oggi ha giudicato "chiaramente troppo debole", esorta semplicemente le parti in causa ad applicare il piano di Kofi Annan, l'inviato dell'ONU e della Lega Araba, e chiede il prolungamento di tre mesi della missione degli osservatori stranieri. Non si fa menzione nemmeno della possibilità di decretare sanzioni contro Damasco.
Prosegue la vendita di armi a Damasco
Il sostegno russo alla Siria continua ad essere anche militare: secondo fonti ufficiali, Mosca non intende mettere fine alla vendita al paese mediorientale di sistemi di difesa contraerea.