Dopo il dumping salariale è la volta di quello sociale. La denuncia giunge dall'OCST che riporta il caso di una ditta attiva in Ticino alla ricerca di un programmatore informatico, a patto che sia residente oltre confine.
Per il sindacato, che torna a chiedere misure di accompagnamento adeguate per far fronte a questi fenomeni, si tratta di "una deriva dannosa".
"Se lasciate prosperare, queste pratiche iniettano germi di conflittualità tra le diverse componenti della manodopera, mettendo in contrapposizione e concorrenza i residenti e i frontalieri", sottolinea l'OCST in una nota.