La gran parte dei tagli di posti di lavoro presso UBS nell’ambito dell’acquisizione di Credit Suisse (CS) non è ancora stata effettuata e non è nemmeno imminente: lo ha detto il CEO Sergio Ermotti in una conferenza telefonica a commento dei risultati trimestrali diffusi stamani dalla banca, tornata a fine marzo nelle cifre nere dopo due trimestri consecutivi in rosso.
Nei prossimi mesi e trimestri la banca avrà bisogno di molte - e in alcuni casi di maggiori - risorse rispetto al passato per gestire l’integrazione, ha spiegato il 63enne.
Dopo l’acquisizione di CS la banca ha annunciato un totale di 3’000 licenziamenti in Svizzera: 1’000 dovuti all’integrazione di CS Svizzera nel gruppo bancario, mentre altri 2’000 riguarderanno ulteriori aree di attività con sede nella Confederazione. Questi piani non sono cambiati, ha dichiarato Ermotti. La maggior parte delle rescissioni dei rapporti di lavoro avverrà però alla fine del 2024, nel 2025 e nel 2026.
UBS non vuole invece ancora annunciare ufficialmente l’entità dei tagli occupazionali globali entro il 2026. Secondo recenti stime dei media, l’istituto prevede di avere un totale di 85’000 dipendenti alla fine dell’integrazione. A fine marzo 2024, l’organico era di 111’549 posizioni a tempo pieno, di cui circa il 30% in Svizzera. Prima dell’acquisizione, alla fine del 2022, gli impieghi erano circa 123’000, considerando insieme UBS e CS.
La ristrutturazione dovrebbe essere avviata solo dopo la fusione delle entità giuridiche UBS SA e Credit Suisse SA alla fine del corrente mese di maggio e la successiva integrazione delle due banche.
RG 12.30 del 07.05.2024 Il servizio di Marzio Minoli
RSI Info 07.05.2024, 12:33
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