La mina subprime potrebbe presto esplodere a Wall Street, con le principali banche americane chiamate a pagare un conto salatissimo per porre fine alle indagini delle autorità federali: almeno 50 miliardi di dollari. La metà di quanto fatturato nel 2012 da tutti i grandi istituti di credito statunitensi.
A fare i calcoli è il New York Times, spiegando che l'amministrazione Obama è più che mai determinata a fare giustizia per quanto accaduto all'alba della crisi. La bomba ad orologeria è già stata innescata, dopo che il più grande gruppo bancario americano, JPMorgan, ha patteggiato con il Governo il pagamento di tredici miliardi di dollari. Una maxi multa legata al suo coinvolgimento nel terremoto dei mutui ipotecari, da cui nel 2007 partì la terribile crisi finanziaria culminata nel tracollo di Lehman Brothers.
Il NYT scrive come, all'indomani dell'intesa col gruppo guidato da Jamie Dimon, il Dipartimento alla giustizia americano ha subito visto in quell'accordo un possibile modello. Uno schema da poter applicare anche alle altre banche su cui gli ispettori dell'amministrazione Obama stanno da tempo indagando, circa 16, suscitando grande preoccupazione a Wall Street.
E - sulla base delle previsioni di alcuni analisti - il quotidiano indica come detto una cifra di almeno 50 miliardi di dollari che potrebbero complessivamente essere sborsati dalle big del settore del credito, di cui circa 15 miliardi di dollari per risarcire gli investitori: sia attraverso rimborsi “cash”, sia riducendo l'entità degli esborsi dei proprietari di casa che hanno contratto mutui e prestiti.
ATS/Red. MM.