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“Aleppo, la situazione è inquietante”

Una testimone raggiunta in Siria dalla RSI racconta lo stato di caos ed incertezza in cui versa la regione- “L’esercito non c’è più”

  • Ieri, 21:54
Selfie davanti ad un carro armato da parte delle forze di opposizione

Selfie davanti ad un carro armato da parte delle forze di opposizione

  • Keystone
Di: TG/ATS/sdr 

Tutta la regione di Idlib, in Siria, è sotto il controllo delle forze filo-turche. Lo riferiscono fonti sul terreno, secondo cui le forze governative e russe si sono ritirate dagli avamposti a nord del confine amministrativo tra la regione di Hama e quella di Idlib.

Dopo aver preso, senza colpo ferire, Maarrat an Numan e Khan Shaykun, i jihadisti sostenuti da Ankara si spingono verso sud e sud-ovest. Il canale tv libanese Al-Mayadeen, affiliato a Hezbollah, ha riferito che “gruppi terroristici armati si sono diffusi in circa il 60% dell’area di Aleppo” e “stanno imponendo un coprifuoco ai residenti nelle aree in cui sono schierati”. Nelle immagini distribuite online, si vedono i ribelli sventolare le bandiere dell’opposizione dopo aver rimosso quelle siriane, oltre alle bandiere iraniane.

“Tutto è accaduto all’improvviso”, ha riferito Roula, testimone oculare di quanto sta avvenendo in queste ore, intervistata dalla RSI.  “Ci siamo ritrovati gli jihadisti per strada. Alcune famiglie hanno cominciato a fuggire. C’era grande paura. Abbiamo cominciato a prepararci per partire, per lasciare Aleppo... Ma poi hanno detto che la strada era bloccata. E siamo rimasti qui”. Roula vive ad Aleppo con il marito e come tutti i suoi concittadini non si aspettava minimamente quanto accaduto. “Nella notte sono continuati i bombardamenti, ma stamattina ci siamo svegliati e la situazione era calma. C’erano auto con i miliziani nelle strade, ma non sappiamo cosa succederà ora. È inquietante perché l’esercito non c’è, se n’è andato e non sappiamo perché. Non c’è nessuno a difenderci”.

In questi anni, Roula non è mai fuggita. Ma questa volta, dice, è diverso perchè il senso di sicurezza è fortemente aumentato e lo scoramento si fa sentire. “Stavolta non ho la stessa forza che in passato”, ha riferito ancora la testimone intervistata dal TG, mentre in sottofondo si sentono rumori di jet. “Forse perché siamo un po’ stanchi. Dopo dieci anni di guerra, dopo il terremoto, ad Aleppo manca tutto. L’elettricità, l’acqua, tutto quello che serve per vivere. E questa volta non siamo pronti ma con le famiglie che sono rimaste qui proviamo a mostrarci forti...”

Intanto l’ONG Syria Monitor afferma che 16 civili sono morti proprio in un attacco aereo su Aleppo. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, si tratta probabilmente di jet militari russi ma non si hanno conferme. L’attacco è avvenuto nei pressi della rotonda Basil, nella parte sud-occidentale della città presa d’assalto dalle forze jihadiste filo-turche.

“Dopo tre giorni di attacchi, le milizie cosiddette dell’opposizione hanno preso la città. Ora tutto tace. La città è come sospesa. E nessuno ci dice niente”. È la testimonianza che arriva a Fides dall’arcivescovo maronita di Aleppo Joseph Tobji. “Dopo i combattimenti per ora non ci sono spargimenti di sangue, grazie a Dio. L’esercito è andato via da Aleppo e la città è ora in mano delle milizie dell’opposizione. Ci sono arrivate delle voci sull’arrivo delle truppe dell’esercito siriano ma di certo non c’è nulla. Stiamo vivendo nell’insicurezza”, ha aggiunto.

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  • © 2024 KEYSTONE-SDA-ATS AG

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