Prima la pace in Ucraina, poi una partnership tra Washington e Mosca. È questo in estrema sintesi quanto emerso dal primo faccia a faccia tra Stati Uniti e Russia, il primo dall’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022. Per analizzare e valutare questi primi colloqui e la riapertura delle linee diplomatiche tra USA e Russia, SEIDISERA ha intervistato la professoressa Mara Morini, docente di scienze politiche all’Università di Genova e autrice di un saggio su Putin.
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USA-Russia attorno ad un tavolo dopo 3 anni: l'Ucraina al centro del dialogo
SEIDISERA 18.02.2025, 18:00
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Quali sono le sue prime valutazioni? Possiamo dire che la Russia esce definitivamente dall’isolamento in cui è stata confinata in questi tre anni?
“Sì, possiamo dire che Donald Trump legittima un riconoscimento più ampio del ruolo della Russia di Putin, una Russia che ha sempre ambito a essere riconosciuta nell’ordine internazionale come partner eguale, quindi allo stesso livello di Stati Uniti o Cina. Quindi sicuramente ha una valenza non solo simbolica ma anche di alto profilo politico. Sempre però considerando che il Cremlino non è che si sentisse tanto isolato, visto che c’è tutto un mondo a Oriente e nel cosiddetto Sud globale dove Mosca ha un ruolo molto importante”.
Per il momento non è ancora stata fissata una data per il vertice Trump-Putin, che dovrebbe negoziare la fine della guerra ucraina. Vuol dire che le posizioni sono ancora lontane?
“Sì, è stata pure citata la questione dei piccoli passi e quella ucraina non è una questione che si può affrontare nel giro di pochi giorni. È vero che Trump ha detto che avrebbe concluso questo conflitto entro 100 giorni, quindi entro Pasqua ma ci sono delle tappe ancora da portare avanti. Una è sicuramente quella legata alle condizioni per il cessate il fuoco ma c’è anche la questione di eventuali elezioni presidenziali in Ucraina. Questi ostacoli potrebbero ritardare non solo un incontro tra Trump e Putin ma anche i contenuti e il percorso del negoziato”.
A proposito di contenuti, il ministro degli esteri russo Lavrov ha dettato le sue condizioni e ha detto molto chiaramente che non accetterà mai l’Ucraina nella NATO e, come prevedibile, che non accetterà truppe di paesi NATO in Ucraina. Come può Mosca pensare di imporsi su questo terreno? E gli Stati uniti cederanno?
“In effetti si è parlato molto della questione della politica di difesa e sicurezza, su cui è difficile che il Cremlino cederà qualcosa. Credo però anche che ci siano da parte statunitense - e forse anche all’interno dell’Unione europea, come già evidenziato da alcuni membri - dei dubbi effettivi sull’entrata dell’Ucraina nella NATO. E infatti l’attenzione si è spostata sull’eventualità dell’adesione di Kiev all’Unione europea, proprio perché quello della NATO è un punto su cui il Cremlino non cederà facilmente, anzi non cederà affatto”.
L’economia russa è soffocata dalle sanzioni, che comunque fanno sentire i loro effetti nonostante le falle e le scappatoie, come quelle offerte dai Paesi asiatici. Dopo questo incontro, la Russia secondo lei potrà contare in tempi brevi su un allentamento delle sanzioni o gli Stati uniti manterranno questo strumento di pressione?
“Si tratta proprio di uno strumento di pressione, quindi non è detto che le sanzioni verranno allentate nel breve periodo. Anzi, credo che sarà proprio uno degli strumenti principali per cercare di far ragionare Putin, ammorbidendolo su alcune questioni come l’incontro di cui si parlava o sul fatto di accettare di incontrare anche il presidente ucraino Zelensky. Resta sicuramente uno strumento di pressione molto forte”.
Si è molto parlato del ruolo dell’Europa, che è stata esclusa da questi colloqui, così come la stessa Ucraina. Da questo punto di vista ci sono state rassicurazioni…
“Ci sono in effetti state rassicurazioni, in particolare dal punto di vista delle questioni economiche, ovvero relative alle sanzioni adottate dall’Unione europea. È stato detto che a un certo punto – un altro indizio della complessità del negoziato – è plausibile che anche l’Unione europea siederà a questo tavolo, potrebbe però essere un coinvolgimento circoscritto solo a questa tematica”.
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Il futuro dell'Ucraina passa da Riad
Telegiornale 18.02.2025, 20:00