E' morto a 93 anni l'ex presidente israeliano Shimon Peres. La morte dello statista premio Nobel per la pace nel 1994 è stata riferita dalla radio militare, che ha interrotto la normale programmazione. Peres era stato colpito due settimane fa da un ictus che lo aveva costretto al ricovero nel dipartimento di neuro-chirurgia dell'ospedale Tel ha-Shomer di Tel Aviv. Dopo le prime cure i medici avevano parlato di una condizione critica ma stabile. Martedì l'improvviso peggioramento delle condizioni di salute, seguite dall'arrivo in ospedale dei familiari e, attorno alle 4 di mercoledì, dalla morte. I funerali dovrebbero aver luogo venerdì.
Shimon Peres, nato il 2 agosto 1923 in Polonia con il nome di Shimon Perski ed emigrato a Tel Aviv a 11 anni con la famiglia, era l'ultimo rappresentante della generazione dei padri fondatori dello Stato di Israele.
All'età di 29 anni fu nominato direttore generale del Ministero della difesa e sei anni più tardi, nel 1959, venne eletto per la prima volta in Parlamento. Da allora la sua ascesa politica lo portò a prendere le redini del partito laburista nel 1977 e al posto di primo ministro nel 1984, incarico che tornò ad assumere dopo l'assassinio di Yitzhak Rabin nel 1995. Dal 2007 al 2014 fu presidente dello Stato d'Israele.
Un giovane direttore generale del ministro della difesa (1958)
Peres fu anche uno dei principali artefici degli accordi di Oslo, che segnarono l'inizio del tormentato processo di pace tra israeliani e palestinesi e che gli valsero il premio Nobel della pace nel 1995, condiviso con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat. Per decenni fu una personalità controversa, oggetto di forte antagonismo non solo da parte della destra nazionalista ma anche, all'interno del suo partito, da parte della corrente guidata da proprio da Yitzhak Rabin.
Un premio Nobel per la pace condiviso in tre
Nella memoria collettiva degli israeliani è rimasta però impressa l'immagine di Rabin e Peres finalmente rappacificati e sereni, la sera del 4 novembre 1995, pochi minuti prima dell'assassinio del primo ministro per mano di un estremista ebreo al termine di un raduno pacifista. Nel giugno 2014 fu insignito della medaglia d'oro al Congresso degli Stati Uniti.
Da sempre un solido amico degli Stati Uniti
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato per mercoledì mattina una seduta di lutto del governo israeliano. In un comunicato, Netanyahu e la moglie esprimono ''profondo dolore per la morte di una persona cara alla Nazione intera, ed ex capo di Stato di Israele''. Al termine della seduta del governo una apposita commissione ministeriale affronterà la questione dei funerali di Stato. A quanto pare la salma di Peres sarà esposta alla Knesset, il parlamento di Gerusalemme, per l'estremo saluto degli israeliani.
Le reazioni
Lo statunitense Barack Obama, così come l'ex inquilino della Casa Bianca Bill Clinton che supervisionò la firma degli accordi di Oslo, il tedesco Joachim Gauck, il francese François Hollande, l'italiano Matteo Renzi, gli svizzeri Didier Burkhalter e Johann Schneider-Ammann: capi di Stato e di Governo si sono affrettati a rendere omaggio alla figura di Shimon Peres, "uomo di grande cuore" che ha dato al suo paese più di chiunque altro.
"Non aveva mai rinunciato alla possibilità di una pace fra israeliani e palestinesi, neanche dopo l'assassinio di Rabin", ha ricordato Obama. "Gli siamo riconoscenti per aver teso la mano alla Germania, malgrado le atrocità dell'Olocausto", ha sottolineato invece Gauck. Mahmud Abbas, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, lo ha definito "un partner coraggioso".
Red.MM/Agenzie
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