Reportage

Donbass, storie di vita in prima linea

La 115esima brigata meccanizzata ucraina è responsabile del fronte nel settore di Lyman, dove i russi hanno inizato a concentrare gli attacchi nelle ultime settimane

  • Oggi, 07:11
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Soldati della 115 brigata meccanizzata ucraina

  • Ugo Lucio Borga
Di: Davide Maria De Luca e Ugo Lucio Borga 

I punti più caldi sul fronte ucraino sono due. Il primo è la città di Pokrovsk, il grande centro logistico nel Donbass meridionale, da ormai un anno obiettivo principale delle truppe russe. Il secondo si trova all’altro capo del fronte, nella parte più settentrionale del Donbass. È il settore di Lyman, dove secondo gli alti comandi ucraini i russi hanno iniziato a concentrare i loro attacchi nelle ultime settimane.

La 115esima brigata di fanteria meccanizzata ucraina è una delle unità responsabili di questo fronte. Si tratta di un’unità tipica dell’esercito ucraino: schierata in prima senza interruzione da oltre un anno, a corto di rimpiazzi, ma che nonostante le perdite e la fatica continua a presidiare il suo settore.

Nella piccola casa contadina che funge da comando per il secondo battaglione dell’unità incontriamo due soldati appena tornati dalla loro prima missione al fronte: sei giorni trascorsi in un bunker in prima linea.

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Mykhailo è stato reclutato tre mesi fa, durante un controllo stradale, mentre guidava il suo camion.

  • Ugo Lucio Borga

“È stato un periodo calmo - dice Mykhailo, il più anziano dei due - Molto fuoco di artiglieria, qualche bomba aerea, ma tutto sommato è stato normale”. Mykhailo è un autista di camion reclutato tre mesi fa durante un ordinario controllo stradale. I poliziotti lo hanno fatto scendere dal camion, hanno verificato che non aveva esenzioni per il servizio militare e lo hanno spedito direttamente al centro di addestramento, senza nemmeno fargli incontrare la famiglia.

L’ultima volta che ha visto sua moglie è stato quando lei è andata in caserma a portargli vestiti di ricambio. Mykhailo dice di non essere stato “busificato”, una parola che gli ucraini usano per descrivere il reclutamento forzoso che avviene per strada, quando i militari caricano su un bus o un furgoncino chi viene trovato senza documenti militari in regola, spesso con metodi piuttosto violenti. Gli altri soldati nella stanza scoppiano a ridere e lo prendono in giro: «Ti hanno fermato in un posto di blocco e spedito in caserma, è una busificazione!».

L’altro soldato, Maxim, è nell’esercito da tre anni, ma fino a pochi mesi fa faceva il guidatore e si occupava di trasportare soldati in prima linea e di riportarli indietro. Poi ha disertato ed è ritornato nell’esercito dopo che il governo ha concesso un’amnistia alla fine dell’anno scorso. Il comando questa volta lo ha spedito in fanteria.

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Maxim era un autista, ma è stato spedito in fanteria dopo aver disertato ed essere tornato in servizio in seguito all'amnistia dello scorso anno

  • Ugo Lucio Borga

Mykhailo e Maxim raccontano che hanno trascorso i sei giorni in postazione all’interno del loro bunker e pattugliando le trincee fino ai bunker vicini, poche centinaia di metri di distanza. Il loro lavoro? Riparare danni di droni e cannoni e tenere gli occhi aperti. Come la maggior parte dei soldati ucraini in prima linea non hanno visto un singolo soldato russo né hanno avuto occasione di usare le loro armi.

È una situazione normale su tutto il fronte. La maggior parte dei danni che subisce la brigata e che la brigata infligge al nemico vengono causati dai droni ormai, ci spiega un tenente medico dell’unità: “Circa il 70 per cento dei feriti ormai sono vittime dei droni”.

I soldati non temono tanto il periodo che trascorrono sulla linea zero - Mykhailo e Maxim, ad esempio, hanno passato la maggior parte dei loro sei giorni in prima linea al sicuro nel loro bunker. Il momento peggiore è quando arrivano o lasciano queste postazioni e sono costretti a camminare su terreno scoperto per un paio di chilometri per poi saltare su un’automobile e guidare all’impazzata fino alle retrovie. I dieci chilometri che separano le trincee di prima linea dalle immediate retrovie sono terreno di caccia per i droni.

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Il tenente nell’unità medica del battaglione e dice che ormai il 70 per cento delle perdite vengono inflitte dai droni

  • Ugo Lucio Borga

Ma la centralità dei droni non ha reso superflui i soldati in carne e ossa, ci spiega “Falegname”, nome di battaglia di un pilota nella compagnia droni del battaglione: “Anche quei droni che usano rudimentali sistema di intelligenza artificiale hanno bisogno di un pilota, di manutenzione, di trasporto”. Una missione con droni richiede fino una dozzina di soldati in ruolo di supporto, come piloti, meccanici, esperti di esplosivo e di contromisure elettroniche.

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Il pilota di droni “Falegname” dice che gli esseri umani sono ancora centrali nel conflitto e i droni sono ancora molto lontani dal renderli inutili

  • Ugo Lucio Borga

I droni sono “moltiplicatori”, come dicono gli esperti, nel senso che moltiplicano la capacità di infliggere danni di un’unità militare. Ma senza soldati sul campo non servono a molto: moltiplicare per zero porta sempre a zero. “I soldati possono ancora fare cose di cui i droni sono incapaci”, dice Boyko, sergente vicecomandante della compagnia separata di ricognizione del battaglione.

In un’unità come la 115esima, i ricognitori sono una sorta di “forze speciali”, soldati scelti per la loro forma fisica e per la loro attitudine. Compiono le missioni più rischiose, come ispezionare un’area prima di costruirci nuove trince. Sono loro che perlustrano le fortificazioni abbandonate del nemico e che compiono operazioni dove persino i velivoli senza pilota hanno difficoltà. “I droni sono utili per sorvegliare dall’alto, ma per tutto ciò che non si vede dal cielo, nei boschi, dentro le trincee e nei bunker, servono ancora soldati come noi”, dice. Anche in questa una moderna guerra del XXI secolo, gli esseri umani - e le loro storie - restano l’elemento centrale del conflitto.

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Soldati della 115esima brigata meccanizzata ucraina

  • Ugo Lucio Borga
03:52

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SEIDISERA 14.04.2025, 18:00

  • Keystone
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