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“Contro i droni russi queste vecchie mitragliatrici funzionano bene”

Incontro con un’unità mobile ucraina per la difesa aerea, composta da volontari chiamati ad agire in qualsiasi momento

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SEIDISERA del 06.04.2025: difesa antiaerea ucraina, il reportage del nostro inviato Pierre Ograbek

RSI Info 12.04.2025, 17:33

  • Archivio Keystone
Di: SEIDISERA-Ograbek/ludoC 

Nei cieli dell’Ucraina ogni notte appaiono decine e decine di droni lanciati dalla Russia, che vanno a schiantarsi anche in zone residenziali, dove provocano ingenti danni, incendi, vittime civili. La difesa aerea ucraina è quindi attiva tutte le notti, in tutto il paese. Il suo lavoro è tutt’altro che semplice, come verificato in prima persona dal nostro inviato Pierre Ograbek, che ha seguito in esclusiva un’unità mobile della contraerea in una località a circa cento chilometri da Kiev, il cui quartier generale si trova in una base mantenuta segreta per evitare che possa essere bombardata dall’esercito russo.

Per abbattere soprattutto i droni kamikaze di fabbricazione iraniana, i militari usano mitragliatrici. Alla RSI ne mostrano una cecoslovacca del 1967 con la quale sono pronti a entrare in azione. A coordinare il lavoro di questa unità e a tenere il contatto con il comando centrale ci pensa una ragazza. Nome di battaglia: Mavka. Spiega che la loro mitragliatrice preferita è una di produzione sovietica che risale addirittura agli anni ’40: “funziona benissimo contro i droni Shahed”.

Questa unità mobile, racconta Mavka, è stata creata grazie a dei volontari un anno e mezzo fa. Ce ne sono altre ovunque nel paese, accanto ai pochi, veri e propri sistemi militari di difesa aerea. I soldati qui sono tutti dei “dopolavoristi”. Ma l’unità è stata subito integrata nell’esercito ucraino.

C’è anche un pensionato, seduto su una sedia, con il fucile sulle ginocchia. Al nostro inviato racconta che “oggi c’è una guerra non per un territorio, ma per una Nazione. Se vinceremo, la nostra nazione sopravviverà; se perdiamo sparirà”.

L’unità mobile all’improvviso è chiamata a entrare in azione: uomini e donne corrono verso i fuoristrada per poi ritrovarsi in dieci minuti in mezzo ai campi, al buio.

Le mitragliatrici vengono montate e in poco tempo tutto è pronto per fare fuoco. Su un tablet, da non mostrare ai giornalisti, si controllano le traiettorie di una decina di droni che volano sopra le teste dell’unità. Si aprirà il fuoco una volta che uno di questi si sarà avvicinato a non meno di tre chilometri.

Tuttavia, molti di questi droni – racconta Mavka – “seguono una traiettoria a zig-zag per ingannare la difesa aerea ucraina e non si capisce dove siano diretti. Alcuni, poi, volano a bassissima quota e per questo sfuggono dai radar”.

Contro questi velivoli, raccontano i militari al nostro inviato, negli ultimi mesi si è deciso di far fuoco dagli elicotteri, che si stanno rivelando molto efficaci. Bisogna però coordinarsi bene con gli uomini a terra: se aprissero il fuoco in maniera incontrollata, il rischio concreto sarebbe infatti quello di abbattere un elicottero amico.

Una postazione ucraina apre il fuoco vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk

Guerra in Ucraina

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