Nostra intervista

“Kiev senza una strategia. Deficit democratico con la legge marziale”

Il deputato ed ex presidente del Parlamento Dmytro Razumkov critica apertamente Zelensky e il resto del potere politico ucraino: “La Russia approfitta della nostra debolezza”

  • 28 marzo, 08:08
  • 28 marzo, 08:17
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La popolarità di Zelenski in Ucraina

SEIDISERA 27.03.2025, 18:00

  • RSI
Di: SEIDISERA-Ograbek/ludoC 

“Non vedo nessuna strategia da parte del presidente, del Governo e neppure del Parlamento”. A esprimersi in modo così critico nei confronti del potere ucraino è Dmytro Razumkov: deputato, ex presidente del Parlamento, ex membro di spicco del partito dell’attuale presidente nonché suo ex consigliere, oggi invece è uno dei politici più critici nei confronti di Volodymyr Zelensky. Ha accettato di rilasciare un’intervista al microfono del nostro inviato in Ucraina, Pierre Ograbek, il quale è così riuscito a raccogliere una voce fuori dal coro nel contesto della guerra scatenata dall’aggressione russa. Ecco l’intervista:

“Non mi piace questa situazione, perché oggi possiamo vedere un cambiamento nel sostegno all’Ucraina: ora il sostegno va a favore della Russia. C’è più collaborazione e relazioni più profonde tra Russia e Stati Uniti”.

L’Ucraina è rimasta un po’ in disparte, le discussioni più importanti sono state affrontate da Stati Uniti e Russia. Non c’erano alternative, per l’Ucraina?

“Non posso vedere una strategia. Non capisco la strategia del presidente dell’Ucraina, del ministro degli esteri, del nostro Governo e del nostro Parlamento. Non abbiamo una strategia globale in questo processo. La Russia ha approfittato di questa posizione di debolezza nei negoziati con gli Stati Uniti d’America”.

Il Governo ucraino è forse troppo concentrato sulla guerra e ora fa fatica a cambiare registro, a immergersi nell’alta diplomazia?

“Penso che in questi negoziati il ruolo principale spetti al ministro degli esteri. Ne sono certo. Non spetta al capo dell’Ufficio presidenziale, o al suo vice, o al ministro della difesa. Per questo ho l’impressione che non abbiamo una posizione comune, nei negoziati. E quindi non siamo in una posizione di forza. E poi bisogna anche capire che le relazioni personali tra il presidente dell’Ucraina e quello degli Stati Uniti non sono molto buone. Influenzano i nostri negoziati con gli Stati Uniti”.

Ma lei come si spiega che il presidente Zelenskyy non abbia una strategia, o per lo meno non mostri quale sia la sua strategia?

“Penso che lei si sia sbagliato di ufficio. Io non lo so! Può andare nell’ufficio del Presidente e forse riceverà una risposta! Io penso che dobbiamo avere una nostra posizione, abbiamo bisogno di una strategia e di un piano. Meglio averne più di uno: un piano B, un piano C... Ogni tanto sembra che non abbiamo neppure un piano A”.

Con l’inizio dell’invasione russa, in Ucraina tutto quanto il paese si è unito dietro il Presidente Zelensky. Lei invece lo critica apertamente. In questo modo non si espone Lei stesso alle critiche?

“Non penso che tutto quanto il paese si sia unito dietro Zelensky o dietro al Parlamento. Tutti gli ucraini si sono uniti per il nostro futuro e la difesa del paese. Zelensky ha lanciato un appello all’unità il primo giorno dell’invasione militare russa. Ma dopo circa un mese la situazione è cambiata: le forze politiche d’opposizione sono state messe fuori gioco. L’Ufficio presidenziale ha preso nelle proprie mani l’iniziativa, il controllo. Senza coinvolgere nessun altro. Oggi abbiamo un problema con la libertà di espressione. C’è un programma televisivo a reti unificate che mostra la propaganda governativa, del Presidente. Per me, nelle mie vesti di ex presidente del Parlamento ucraino, è un gran peccato: oggi Governo e Parlamento non sono più dei luoghi dove si adottano delle decisioni. È un processo iniziato nel 2022”.

Quindi c’è una sorta di deficit democratico, in Ucraina, oggi secondo lei?

“La penso così. Bisogna capire che alcune regole e libertà possono essere limitate dalla legge marziale. Ma d’altra parte oggi può anche essere usata (la legge marziale, ndr.) come meccanismo per consolidare il potere. È una cattiva scelta. In futuro rappresenterà un grande problema per la democrazia ucraina e per il nostro percorso verso l’Unione europea. Oggi i nostri oppositori, in diversi paesi tra cui alcuni europei, stanno utilizzando questi esempi, questa narrativa, per convincere altri paesi a non più sostenerci in futuro”.

Finita la guerra, lei si candiderà al posto di presidente dell’Ucraina?

“Ho una buona abitudine: ho partecipato a tutte le elezioni in Ucraina, dal 2006. Spero di non cambiare questa abitudine, al prossimo turno delle elezioni presidenziali, parlamentari e locali…”

Chi è Dmytro Razumkov

Dmytro Razumkov è un acceso rivale di Zelensky, nonostante sia stato un suo consigliere speciale per le elezioni del 2019 che hanno decretato il clamoroso successo dell’attuale capo di Stato alle presidenziali di allora. Razumkov era così diventato il leader del nuovo partito “Servitore del popolo”; dopo essere stato eletto in Parlamento ne era diventato anche il presidente ed era stato definito una delle persone più influenti in Ucraina. Poi sono iniziate le frizioni con Zelensky e dopo due anni è stato espulso dal partito. È rimasto in Parlamento come indipendente. Questa conflittualità con Zelensky è tuttora molto viva, nonostante la guerra in corso.

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