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Kasparov: “Gli europei devono dire: yankee, go home”

L’ex campione di scacchi, tra i principali oppositori del Cremlino, critica il meeting di Riad tra russi e americani senza Kiev e spiega che per Trump anche gli affari esteri sono un business

  • 19 febbraio, 08:12
  • 19 febbraio, 21:13
01:59

RG 07.00 del 19.02.2025 - Il servizio di Pierre Ograbek

RSI Info 19.02.2025, 08:11

  • Keystone
Di: RG/Pierre Ograbek/EnCa 

In occasione del Summit per i Diritti Umani e la Democrazia in corso a Ginevra, l’ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov, divenuto uno dei principali oppositori del leader del Cremlino Vladimir Putin, si è espresso al microfono di Pierre Ograbek sull’incontro a Riad tra funzionari di Mosca e Washington, su come deve reagire l’Europa alle ultime azioni e affermazioni di Washington e sulle dinamiche dell’amministrazione Trump.

Garry Kasparov: un giudizio sul meeting in Arabia Saudita tra Mosca e Washington senza gli ucraini e gli europei.

“Penso che sia una decisione vergognosa. Donald Trump non si preoccupa di questioni maggiori, come i diritti umani o il diritto internazionale. A Riad hanno discusso di una guerra a cui gli Stati Uniti non partecipano direttamente. Ovviamente il lato russo festeggia poiché è tornato protagonista ed è esattamente ciò che Putin voleva”.

Come vede le richieste della Russia per uno spostamento dei soldati NATO dai Paesi dell’Est?

“Il fatto che il Cremlino chieda lo spostamento delle truppe NATO dai Paesi dell’Europa orientale significa che ciò sarebbe chiaramente la fine della NATO. Francamente è quanto mi aspettavo. Ora gli europei devono farsi avanti con un loro piano e bisogna vedere se le parole si tradurranno in azioni. Il punto è che l’Europa deve trovare un nuovo meccanismo per l’applicazione delle decisioni prese”.

Quindi, concretamente, gli europei cosa devono fare?

“Devono dire chiaramente agli americani “yankees go home. Non ci difendete, per cui perché dovremmo avere bisogno di voi?” Ma l’Europa ha abbastanza forza al suo interno? Non lo so. La visione di Trump per le relazioni internazionali equivale a quella per le transazioni commerciali: lui vede l’opportunità di fare affari. Io penso che sia un disastro anche per l’America, che pagherà le conseguenze di questa politica spericolata, basata sugli interessi di poche persone. Donald Trump ha in testa i suoi interessi personali e il problema è che cambia la sua visione su vari temi ogni giorno, se non addirittura ogni ora. Non avevo mai visto i più alti funzionari americani controllare i social per essere sicuri di quale sia la linea ufficiale, in quel momento. Penso sia una vergogna. E poi c’è Elon Musk, che fa affari, pur essendo un funzionario “statale” e questo credo che sia la rimozione del complesso del conflitto d’interessi dall’amministrazione USA”.

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