Le testimonianze

Gaza: “non ho mai visto niente di simile”, “nessun diritto rispettato”

La Striscia è “un campo di morte” dichiara il segretario dell’ONU Guterres: affermazioni che trovano eco tra chi tenta di fornire supporto umanitario nel territorio palestinese

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L'inferno di Gaza

Falò 15.04.2025, 20:45

Di: Marzio Pescia/Falò 

Bombe, distruzione e ora anche epidemie e fame. Gaza è un campo di morte, dice il Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres. Un’affermazione molto forte che trova eco nelle testimonianze di diversi operatori umanitari attivi nella striscia, increduli davanti al dramma vissuto dalla popolazione locale.

“Anche per chi ha esperienze in guerra, è qualcosa di drammatico”

Giorgio Monti è coordinatore medico di Emergency, ONG italiana che gestisce due cliniche nel cuore della Striscia. “Non c’è cibo, non c’è acqua, non c’è gas. La gente vive in condizioni d’incertezza e insicurezza terribile. Può arrivare una bomba in qualunque momento, ne sono arrivate tante, continuano ad arrivare. La gente non sa come muoversi, non sa dove andare, mancano i riferimenti”, spiega intervistato da Falò.

La gente si sente come topi in trappola

Giorgio Monti, coordinatore medico di Emergency

Almeno 50’000 morti, in gran parte civili. Più di 15’000 vittime sono bambini: lo dice l’UNICEF. E solo nelle ultime settimane ne sono stati uccisi almeno 350.

Eppure, dopo più di 18 mesi di bombardamenti, la tragedia non è ancora finita.

“Nelle ultime settimane ho percepito la disperazione della gente”, prosegue Giorgio Monti ai microfoni della RSI. “C’è la sensazione di essere topi in trappola, un senso claustrofobico di pressione e sofferenza continua”.

“Molti non hanno più nulla, vedo il loro sguardo spento quando smontano per l’ennesima volta la tenda, raccattano la famiglia e si spostano di nuovo. Ora una prima nuova grande paura è la fame, causata dal blocco dell’importazione di cibo e aiuti. L’altra, con l’arrivo della stagione calda, sono le epidemie: si parla di circa 10’000 corpi dispersi sotto le macerie”.

“Non ho mai visto nulla del genere”

“Di guerre ne ho purtroppo vissute tante, Ucraina, Camerun, nelle ultime c’ero sempre …ma non ho mai visto niente del genere”. A parlare ora è Chiara Lodi, responsabile di Medici senza frontiere a Gaza.

Senza corridoi umanitari prima o poi la gente morirà

Chiara Lodi, Responsabile di Medici senza frontiere a Gaza

A colpirla in modo particolare, l’assenza di speranza e di corridoi umanitari per soccorrere e sostenere la popolazione civile. “È una cosa disumana perché senza corridoi umanitari prima o poi la gente di Gaza morirà. Se non hai cibo e non hai acqua, è la fine naturale”.

“Mi è capitato anni fa in Etiopia, nella guerra del Tigray, di vedere alcune città bloccate. Però dopo negoziazioni si riusciva ad aprire un corridoio, a portare farmaci e beni di prima necessità. Qua non lo so, l’impressione è che nessuno faccia niente per cambiare la situazione”.

Molte vittime sono bambini

Dalla fine della breve tregua è ormai passato un mese. Da allora sono ricominciate le evacuazioni forzate e i bombardamenti. Per Chiara e il suo team, un brusco salto all’indietro.

“Abbiamo ricominciato a vedere pazienti ustionati, amputati, un sacco di sacchi bianchi, quelli per i cadaveri. A questo ritmo le poche risorse di cui disponiamo si esauriranno nel giro di qualche settimana, poi non potremo nemmeno più fare il nostro lavoro”.

Molti delle vittime sono bambini. “Sono sempre in strada e dunque sono molto esposti alla violenza. Ne arrivano un gran numero, a volte portati da adulti che nemmeno li conoscono. Li trovano in giro dopo un bombardamento e li portano in ospedale per le cure”.

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Il numero di morti è impressionante

  • RSI

I diritti dei civili

“Nel contesto di ogni conflitto c’è l’obbligo di rispettare, proteggere e promuovere il diritto alla vita, il diritto a un alloggio, alle cure, al cibo e all’acqua per la popolazione civile”, rileva Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty International.

A Gaza nessun diritto di base viene rispettato

Sarah Rusconi, Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty International

Sono solo alcuni dei diritti fondamentali dei non belligeranti che si trovano impantanati in una zona di guerra. Derivano da pilastri quali la Dichiarazione universale dei diritti umani, dal diritto umanitario internazionale e dalle Convenzioni di Ginevra, delle quali la Svizzera è Stato depositario.

“Guardando le immagini che abbiamo visto, ascoltando i racconti direi che dei diritti di base a Gaza non ce n’è nemmeno uno che venga rispettato”, commenta con amarezza Sarah Rusconi.

“È il fallimento della comunità internazionale”

“È un fallimento totale della comunità internazionale e della volontà politica. Manca anche il coraggio morale per denunciare quello che sta succedendo”. Questa la valutazione di Natalie Boucly, commissaria generale aggiunta dell’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i profughi palestinesi, la cui intervista è stata trasmessa martedì sera da Falò. “La sofferenza di queste persone sembra ormai essere una specie un rumore di fondo. Per i leader del mondo sembra non essere una priorità, a causa di alleanze o d’interessi strategici che magari si trovano altrove”

“Ma alla fine non è un fallimento solo per la popolazione ma lo è anche per il multilateralismo e per il diritto umanitario internazionale”, conclude Boucly.

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