Dopo oltre tre anni di negoziati, i Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno raggiunto mercoledì un accordo storico per migliorare la preparazione e la risposta alle future pandemie. L’intesa prevede la condivisione di dati sugli agenti patogeni e di prodotti sanitari come vaccini e medicinali, oltre a migliorare le catene di approvvigionamento. Il testo sarà esaminato alla prossima Assemblea mondiale della sanità a maggio.
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Questo segna un’importante pietra miliare nel nostro cammino comune verso un mondo più sicuro”. L’accordo è stato raggiunto dopo un ultimo giorno e una notte di intensi negoziati.
A cinque anni dall’arrivo del Covid-19, dai milioni di morti e dalla devastazione dell’economia globale, l’accordo dovrebbe consentire di preparare meglio il mondo, che secondo l’OMS e gli esperti è ben lungi dall’essere attrezzato per affrontare un’altra pandemia.
Uno degli elementi chiave del testo è la creazione di un “sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici” (PABS), che mira a garantire un accesso equo ai prodotti sanitari derivati dall’uso dei patogeni, come vaccini e test.
Il principale ostacolo fino alla fine al raggiungimento di un accordo è stato il trasferimento di tecnologia per la produzione di prodotti sanitari legati alle pandemie, in particolare a beneficio dei Paesi in via di sviluppo. Alcune nazioni, dove l’industria farmaceutica rappresenta una parte importante dell’economia, si opponevano all’idea di trasferimenti obbligatori e insistevano sul fatto che dovrebbero essere volontari. Alla fine è emerso un consenso sul principio del trasferimento tecnologico “reciprocamente concordato”.
Stati Uniti assenti dai negoziati dopo la decisione di lasciare l’organizzazione
I negoziati si sono svolti in un contesto di crisi del multilateralismo e del sistema sanitario globale, causato dai drastici tagli agli aiuti internazionali degli Stati Uniti decisi dal presidente Donald Trump, in un momento in cui gli Stati Uniti erano di gran lunga il principale donatore umanitario.
L’OMS ha bisogno di trovare un totale di 2,5 miliardi di dollari entro la fine del 2027, di cui circa 600 milioni quest’anno. Dopo l’annuncio che gli Stati Uniti si ritireranno dall’organizzazione entro il prossimo gennaio, l’organizzazione deve decidere quali progetti principali perseguire. È già stato deciso il blocco delle assunzioni, con alcune eccezioni, e sono stati rescissi i contratti di consulenza.

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