Svizzera

Daniel Koch: “abbiamo commesso anche errori”

L’ex Mister Covid elvetico ripercorre le prime fasi della pandemia di cinque anni fa - Il ruolo essenziale del Consiglio federale

  • Oggi, 10:38
  • Oggi, 11:38
Il delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per il Covid-19 Daniel Koch

Il delegato per il Covid-19 Daniel Koch

  • Keystone
Di: Keystone-ATS/Diem 

Daniel Koch, ex responsabile delle malattie infettive presso l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), cinque anni dopo l’inizio della pandemia, torna alle prime fasi dell’emergenza. In un’intervista ripercorre i momenti concitati che portarono al primo confinamento, sottolinea il ruolo essenziale del Consiglio federale durante la crisi del Covid-19 e analizza gli errori commessi nella gestione della diffusione del nuovo coronavirus emerso in Cina a fine 2019. Il SARS-CoV-2 al quale tra il 2020 e il 2023 in Svizzera - secondo le cifre dell’Ufficio federale di statistica (UST) - sono stati associati 20’724 decessi.

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  • RSI

Per noi la storia è iniziata nel gennaio del 2020, ma per la popolazione la pandemia è diventata una dura realtà solamente il 16 marzo, ha detto in un’intervista a Keystone-ATS l’ex alto funzionario, soprannominato “Mister Covid” per il suo ruolo quale consigliere del governo ed esperto durante la prima fase della pandemia. Daniel Koch (andato in pensione nel maggio 2020) fa riferimento alla data nella quale il Consiglio federale ha deciso di dichiarare la situazione straordinaria ai sensi della legge sulle epidemie.

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Con la mossa del governo, tutte le manifestazioni venivano vietate. Solo i commerci di prima necessità potevano rimanere aperti. Veniva raccomandato di restare a casa e di tenere le distanze con le altre persone. “Non abbiamo mai vietato alla gente di uscire. Era piuttosto un consiglio”, ha sottolineato.

“Determinato, rapido ed efficace”

Le misure di “confinamento” sono il risultato di lavori preparatori, ma sono state comunque decise a breve termine, ha spiegato l’ex funzionario. A suo dire il Consiglio federale ha fatto un lavoro molto buono in quella situazione. L’esperto ha espresso rispetto per il governo che ha trasformato il suo funzionamento in modo determinato, rapido ed efficace.

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Il Consiglio federale si è riunito anche cinque volta a settimana per discutere del coronavirus e tutti i dipartimenti erano coinvolti. Quello della difesa ha mobilitato circa 8’000 soldati, quello degli esteri ha condotto la più grande operazione di rimpatrio e quello delle finanze ha sbloccato miliardi per l’economia in qualche settimana.

Gli errori: rammarico per la chiusura delle case per anziani

La gestione della crisi non è però stata priva di momenti meno brillanti. “Abbiamo commesso errori. Non abbiamo sicuramente ben reagito per quel che riguarda le case per anziani”, ha riconosciuto Daniel Koch. “Abbiamo emesso raccomandazioni che, devo dire, andavano troppo oltre”.

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  • Lina Simoneschi Finocchiaro

Il Dipartimento federale dell’interno, responsabile della sanità, voleva proteggere il più possibile le persone nelle case di riposo da un contagio. Alla fine le visite negli ospizi sono state vietate. “Vi abbiamo rinchiuso persone senza chiedere se lo volessero o no”, si rammarica il medico ed epidemiologo.

Le tappe della pandemia

  • Dicembre 2019: nella città cinese di Wuhan compare una misteriosa malattia polmonare. Più tardi si capirà che si tratta di una nuovo tipo di virus della già nota famiglia dei coronavirus.

  • 11 gennaio 2020: primo decesso ufficiale in Cina.

  • 25 gennaio 2020: la nuova malattia raggiunge l’Europa. In Francia si registrano tre casi.

  • 26 gennaio 2020: la Confederazione inasprisce l’obbligo di segnalazione del coronavirus. Medici e laboratori, in caso di sospetto contagio, devono rivolgersi alle autorità entro due ore.

  • 30 gennaio 2020: l’OMS dichiara un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.

  • 25 febbraio: in Ticino viene confermato il primo caso ufficiale di coronavirus in Svizzera. Un 70enne si sarebbe contagiato durante un soggiorno a Milano.

  • 28 febbraio 2020: la Svizzera conta 13 contagi. Il Consiglio federale vieta eventi con più di 1’000 partecipanti, inizialmente fino a fine marzo. Il carnevale di Basilea viene cancellato, così come il salone dell’auto di Ginevra.

  • 5 marzo 2020: nel Canton Vaud si segnala il primo decesso per Covid in Svizzera. La vittima è una 74enne già affetta da malattie cronache.

  • 11 marzo 2020: il Ticino dichiara, quale primo Cantone, lo stato di necessità. Le scuole non obbligatorie, i cinema, i centri sportivi e i locali notturni vengono chiusi. Vengono inoltre chiusi nove valichi di frontiera secondari.

  • 16 marzo 2020: il Consiglio federale dichiara una situazione straordinaria ai sensi della legge sulle epidemie. Ristoranti, negozi non essenziali, mercati e strutture ricreative vengono chiuse. Rimangono aperti i negozi di prima necessità. Il governo raccomanda di stare a casa e nei limiti del possibile di lavorare in home office.

  • 3 aprile 2020: il Consiglio federale sostiene le aziende che a causa del coronavirus si trovano in difficoltà con 40 miliardi di franchi.

  • 16 aprile 2020: l’esecutivo decide alcuni alleggerimenti. Attività come parrucchieri e centri di giardinaggio possono riaprire. Tolte anche le limitazioni agli ospedali e riprese le lezioni scolastiche in presenza.

  • 1 luglio 2020: il governo ordina l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici per persone a partire dai dodici anni. La misura vale per treni, tram, bus, impianti di risalita e battelli.

  • 18 ottobre 2020: centinaia di oppositori alle misure anti-Covid si riuniscono sulla Piazza federale di Berna. Altre proteste seguiranno.

  • 28 ottobre 2020: il Consiglio federale vara nuove misure, in modo da evitare un secondo lockdown. Viene deciso fra le altre cose il rilascio di test rapidi, l’obbligo di mascherine all’aperto, il divieto di incontri privati con più di dieci persone e la chiusura delle discoteche.

  • 23 dicembre 2020: inizia la campagna vaccinale in Svizzera. La prima vaccinata è una 90enne del canton Lucerna.

  • 18/19 gennaio 2021: entrano in vigore misure più restrittive. I negozi non essenziali devono nuovamente chiudere.

  • Marzo/giugno 2021: graduale allentamento delle misure.

  • 13 giugno 2021: il 60,2% dei cittadini approva in votazione la legge sul Covid-19.

  • 13 settembre 2021: nei ristoranti, nelle strutture ricreative e in eventi al chiuso vige l’obbligo di certificato. Per ottenerlo è necessaria la vaccinazione, una guarigione o un test negativo.

  • 20 settembre 2021: le persone non vaccinate e che non hanno alle spalle una guarigione, devono esibire un test negativo per l’entrata nel Paese. Dopo un periodo fra quattro e sette giorni è necessario un nuovo test.

  • 27 gennaio 2022: i nuovi contagi raggiungono con quasi 45’000 segnalazioni il punto più alto.

  • 30 marzo 2022: il Consiglio federale toglie le ultime restrizioni. A partire dal primo aprile termina l’obbligo di isolamento per gli infetti così come l’obbligo di mascherine nei mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie.

  • 5 maggio 2023: l’OMS revoca l’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. A causa della pandemia, secondo l’Organizzazione, a livello mondiale sono morte oltre 7 milioni di persone, anche se si parla di una stima al ribasso. Altre fonti parlano di 20 milioni.

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Come siamo cambiati cinque anni dopo la pandemia

Il Quotidiano 03.03.2025, 19:00

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