Salute

Allarme morbillo: quanto dobbiamo preoccuparci?

Emersa negli Stati Uniti la malattia è comunque in crescita anche in Europa e in Svizzera - Il parere dell’infettivologo e pediatra Alessandro Diana

  • 9 aprile, 14:59
  • 9 aprile, 15:58
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Allarme morbillo

Modem 08.04.2025, 08:30

Di: Modem/SaPa 

“È un vero allarme!” Alessandro Diana, infettivologo e pediatra, nonché membro esperto di Infovac è categorico sulla recrudescenza del morbillo: non è una “notizia gonfiata”. Per capire le sue parole va dapprima riavvolto il nastro della cronaca.

Da gennaio gli Stati Uniti hanno registrato più di 600 casi di questa malattia dichiarata eradicata all’inizio degli anni 2000. È più del doppio rispetto all’intero 2024. La maggior parte dei casi è stata registrata in Texas, dove sono morti due bambini per complicazioni legate alla malattia. Un adulto è inoltre deceduto nello Stato del New Mexico. L’allarme non è però limitato agli Stati Uniti.

La situazione in Europa e in Svizzera

Nel 2024 in Europa si è registrato il numero più alto di casi dal 1997. Il dato era calato negli anni fino a un’inversione di tendenza nel 2018. Nei due anni di pandemia la copertura vaccinale è scesa e i risultati si sono visti nel 2023 e 2024 con aumenti significativi. Sul suolo europeo si registra un terzo dei casi mondiali.

In Svizzera da gennaio a maggio 2019 sono stati registrati 166 casi di morbillo ovvero otto volte di più rispetto all’anno precedente. Durante il 2021 e il 2022 i contagi si sono azzerati per poi però arrivare a 87 nel 2024. Nei primi tre mesi di quest’anno i nuovi casi sono già 28. L’Ufficio federale della sanità pubblica suppone si tratti spesso di persone che si sono contagiate all’estero. Eppure nessuna importazione della malattia attecchirebbe se si aumentasse la copertura vaccinale, che attualmente in Svizzera raggiunge il 90%. L’ideale sarebbe sopra il 95%.

“Non è una notizia gonfiata”

Il dottor Alessandro Diana, intervenuto a Modem, non ha dubbi: “È un vero allarme di salute pubblica in quanto i casi negli ultimi 12-15 mesi in Europa e in Svizzera sono raddoppiati. È il fardello del morbillo, contro il quale non abbiamo nessuna cura, che ci preoccupa: un morto su 1’000 casi. Peraltro, si tratta di una malattia terribile, perché il virus attacca il cervello e le strutture cerebrali non si riconoscono più. È la famosa panencefalite. Su 1’000 casi ci sono poi anche 80 persone che possono essere ricoverate ed è per questo che se ne parla molto. Basti solo pensare che se in Svizzera non avessimo le persone vaccinate, che sono più dell’85%, e questi sono dati storici anche di meno di 100 anni fa, osserveremmo 600 morti all’anno e 80 volte più ricoveri”.

L’impatto degli anni della pandemia sulla copertura vaccinale

Gli anni della pandemia hanno avuto un impatto sul calo della copertura vaccinale anche per quanto riguarda il morbillo, ma perché? “C’è una relazione tra l’esitazione sui vaccini covid e quella con altri vaccini – risponde Diana, intervistato dalla RSI - ci sono anche studi che lo provano. In modo molto più generale credo che dobbiamo legittimare l’esitazione vaccinale in quanto il paziente ha delle domande. Personalmente ho preso il partito da molti anni e sono cosciente che siamo fatti per mettere in discussione alcune cose. Fa poi parte anche dell’educazione terapeutica e quindi dobbiamo rispondere e non polarizzare il discorso, anche se capisco che per ragioni politiche questo è un rischio inevitabile”.

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