Guerra in Ucraina

“Senza armi degli USA, ma più liberi di colpire”

Le implicazioni della minaccia statunitense di sospendere le forniture di armamenti e munizioni a Kiev - La testimonianza di chi ha raccontato il conflitto

  • Oggi, 13:19
  • 9 minuti fa
15:22

Radiogiornale delle 12.30 del 24.02.25, il commento di Pierre Ograbek

RSI Info 24.02.2025, 13:06

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Spi 

Un conflitto lungo tre anni, che ha attraversato diversi momenti, ma con un filo rosso: gli armamenti. Tra chi ha seguito da vicino, sul terreno, l’aggressione militare russa, Pierre Ograbek della RSI. “Forse un po’ cinicamente”, sottolinea l’inviato, “potrebbe essere definita un grande, se non addirittura enorme laboratorio sulle forme che può assumere una guerra moderna”.

Laboratorio perché soprattutto su suolo ucraino, e parzialmente su quello russo, c’è stata un’evoluzione impressionante. “I soldati con cui ho avuto modo di intrattenermi mi hanno raccontato di scenari che cambiano addirittura di mese in mese, lungo le linee del fronte e dentro le trincee. Trincee che invece ci riportano con la memoria a scenari da prima guerra mondiale”, dice il giornalista.

Due nazioni nemiche, ma unite da una costante: “Ucraina e Russia, hanno dato prova di grande ingegno e creatività nell’utilizzare gli strumenti disponibili per provocare quante più perdite possibili. Le armi vengono continuamente adattate all’evoluzione della situazione, si spiano quelle utilizzate dal nemico e poi si adottano immediatamente delle contromisure per neutralizzarle e per diventare più letali”.

I principali protagonisti sono stati i droni. “Per muoverci lungo la linea del fronte dobbiamo sì stare attenti a bombe plananti e colpi di artiglieria, ma il timore più grande è proprio quello sollevato dai piccoli droni, dal costo quasi ridicolo rispetto alle armi tradizionali, ma che sono in grado di monitorare tutta quanta la zona dei combattimenti per individuare i movimenti sospetti e poi attraverso alcune modifiche artigianali possono anche trasportare degli esplosivi piccoli, ma in grado di colpire chirurgicamente, provocando quindi grossi danni”.

In questi tre anni l’Ucraina ha chiesto e ottenuto dall’Occidente armi e munizioni. Ora però gli Stati Uniti, con Trump, hanno improvvisamente voltato le spalle a Kiev. “Sicuramente avrà un impatto rilevante - dichiara l’inviato RSI -. Bisogna però mettere in rilievo un aspetto molto importante. Durante questi tre anni il presidente Zelensky ha deciso di rilanciare l’industria bellica ucraina per fare in modo che l’esercito possa disporre di una buona quantità di armi fatte in casa”.

Questo diminuisce un po’ la dipendenza dalle forniture occidentali, ma soprattutto, ricorda il giornalista, “c’è un’altra implicazione i droni e i missili di fabbricazione ucraina possono andare a colpire obiettivi strategici sul suolo russo, raffinerie, depositi di carburante o di armi, ad esempio. Snza sollevare i pesanti dilemmi che si pongono quando ad essere utilizzati sono i missili forniti da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti”.

Un ulteriore elemento che potrebbe stravolgere la situazione, infine è “la eventualità che Elon Musk blocchi l’utilizzo dei suoi satelliti del sistema Starlink per le telecomunicazioni lungo la linea del fronte. Una minaccia che aveva già avanzato all’inizio dell’invasione russa. Questo vorrebbe dire lasciare l’esercito ucraino semicieco e Kiev si sta cercando un’alternativa”.

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