Ariel Sharon, scomparso sabato a Tel Aviv all’età di 85 anni, rimarrà nella storia come l’ideologo alla base dell’invasione del Libano nel 1982 quando era ministro della Difesa, oltre che per il suo ruolo di fervente sostenitore della colonizzazione dei territori palestinesi, prima di tramutarsi nell’inflessibile attuatore del ritiro israeliano dalla striscia di Gaza quando era a capo dell’Esecutivo di Gerusalemme nel 2005.
Il suo ricordo cambia ovviamente in misura davvero marcata tra quanto affermano con sensibilità personalità politiche israeliane di ieri e di oggi e le tinte, a dir poco fosche, con cui è tratteggiato in Palestina, ovvero proprio la regione che gli aveva dato i natali il 26 febbraio 1928.
Netanyahu: "è scomparso un grande condottiero"
L’attuale primo ministro Benyamin Netanyahu, ricordandone la figura ha dichiarato che Sharon è stato “essenziale nella lotta per la sicurezza di Israele durante tutta la sua vita”, rimarcando che in vita è stato “un combattente valoroso, un grande condottiero e uno tra i comandanti più importanti per le forze armate” dello Stato ebraico.
Il presidente israeliano Shimon Peres ha dichiarato in un comunicato che il suo buon amico Arik (diminutivo di Ariel) Sharon “ha perso stamane la sua ultima battaglia”, ricordando che era un "soldato coraggioso e un dirigente audace, che amava la sua nazione e che era altrettanto amato da quest’ultima". Per Peres, l’ex premier è stato “uno dei più grandi protettori e architetti di Israele e un uomo che non conosceva la paura”.
La ministra della Difesa Tzipi Livni – che proprio in questi mesi è a sua volta incaricata dei negoziati con i palestinesi – ha espresso la sua “enorme tristezza” per la morte di Sharon.
Per Hamas è "un momento storico, essendo morto un delinquente"
Come era lecito attendersi, la morte di quest’ex generale dell’esercito della Stella di Davide, soprannominato “bulldozer” sia per il suo fisico corpulento, sia per il suo modo di fare ruvido e diretto, è stata commentata con parole aspre dal Fatah e da Hamas.
I leader del Fatah hanno definito l’ex premier israeliano un autentico criminale e si sono detti dispiaciuti che Sharon non sia stato portato in giudizio davanti alla Corte penale internazionale come criminale di guerra mentre era pienamente attivo nella vita politica. Jibril Raboub, uno dei capi del movimento, ha dichiarato che l’ex uomo forte della destra israeliana sarebbe il “responsabile dell’omicidio di Yasser Arafat”.
Dal canto suo Hamas, al potere a Gaza, ritiene che si tratti di un "momento storico", poiché in questa giornata si è assistito alla “scomparsa di un delinquente con le mani coperte di sangue palestinese”.
EnCa