La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha deciso martedì di non esprimersi in merito al ricorso di Silvio Berlusconi. Cinque anni fa, la legge Severino aveva imposto all'ex premier italiano di lasciare il suo seggio in Senato dopo la condanna - il 1 agosto del 2013 - a quattro anni per frode fiscale, di cui tre coperti da indulto.
Questo aveva impedito a Berlusconi di candidarsi alle elezioni, comprese quelle dello scorso 4 marzo. Il leader di Forza Italia aveva deciso di presentare una denuncia per presunta violazione dei diritti umani.
Silvio Berlusconi riabilitato
Telegiornale 12.05.2018, 14:30
Ma nel frattempo, a maggio scorso, il Tribunale di sorveglianza di Milano lo aveva reso nuovamente candidabile. Così, la "non decisione" della CEDU, che ha deciso di chiudere il caso senza emettere una sentenza, non toglie né aggiunge nulla alla posizione dell'ex presidente del Consiglio italiano.
Tuttavia, non sono mancate le polemiche. "Il colossale ritardo della risposta da parte della Corte - ha dichiarato in mattinata il senatore Francesco Giro di Forza Italia - ha causato l'impossibilità per Berlusconi di candidarsi nel 2018, con un danno incalcolabile alle sorti elettorali di Forza Italia e alle regole di un democratico confronto fra i partiti".
Strasburgo, nessuna sentenza su Berlusconi
Telegiornale 27.11.2018, 13:30
Berlusconi, a Strasburgo il caso è chiuso
Telegiornale 27.11.2018, 21:00