È durata circa due ore, mercoledì mattina, l'udienza alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sul ricorso presentato da Silvio Berlusconi contro la decadenza del mandato di senatore e la sua ineleggibilità, sancite in base alla legge anticorruzione del 6 novembre 2012 (nota anche come legge Severino, dal nome dell'allora ministra della giustizia). La Corte si è quindi riunita in camera di consiglio, ma una decisione è attesa non prima di diversi mesi, come da consuetudine.
La difesa di Berlusconi ha contestato, tra l'altro, la presunta retroattività nell'applicazione della legge Severino. La rappresentante del Governo italiano, Maria Giuliana Civinini, dal canto suo ha replicato punto su punto alle tesi della difesa. "Il Governo italiano ha rispettato la Convenzione dei diritti dell'uomo, nessuna violazione può essergli attribuita", ha spiegato Civinini. "L'applicazione della legge Severino non è stata né persecutrice né ad personam", ha aggiunto, parlando davanti ai 17 giudici della Corte. "La legge - ha detto - si è applicata alle elezioni di febbraio 2013, vale a dire dopo l'adozione della legge". Civinini ha ricordato anche la cronologia del caso all'esame della Corte: la condanna di Berlusconi per frode fiscale a ottobre 2012, l'entrata in vigore della legge Severino a novembre, le elezioni a febbraio, la condanna in appello a maggio 2013 e il pronunciamento in Cassazione ad agosto.
ATS/ANSA/M. Ang.