Approfondimento

Prevedere gli omicidi con l’IA

Il Regno Unito sta sperimentando un controverso sistema per identificare potenziali criminali violenti prima che passino all’atto grazie ad algoritmi

  • 11 aprile, 05:30
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Le autorità britanniche sottolineano che il programma è solo a scopo di ricerca

  • Keystone
Di: Silvia Staub, Guido Berger (SRF)/sf 

Prevenire omicidi e altri crimini violenti grazie all’intelligenza artificiale (IA): è l’obiettivo di un programma di prevenzione nel Regno Unito che sta facendo discutere. Avviato dal Governo Sunak, mira a valutare meglio il rischio che le persone in libertà vigilata commettano gravi atti di violenza, secondo il Ministero della giustizia britannico, che sottolinea come il programma sia usato solo a scopo di ricerca.

Le autorità affermano che vengono usati i dati di criminali condannati provenienti dal sistema carcerario e dalle forze di polizia. Secondo le ricerche di Statewatch, gruppo che monitora le attività statali che minacciano le libertà, verrebbero utilizzati anche i dati di persone non condannate, come ad esempio quelli delle vittime di violenza domestica, come riporta il Guardian.

Prevenire i crimini con l’aiuto dell’IA (SRF 4 News, 09.04.2025)

L’IA è quindi il futuro della lotta contro il crimine? Sicuramente, sottolinea un approfondimento di SRF, c’è interesse da parte delle autorità, perché non si vogliono trovare nella posizione di aver avuto la possibilità di poter prevenire un delitto e non averlo fatto.

Il programma ha fatto però emergere preoccupazioni sulle possibili discriminazioni legate all’uso dell’IA, legato ai dati usati per allenare gli algoritmi. Se, ad esempio, un determinato gruppo di persone viene controllato più di frequente, sarà più presente nei dati usati per alimentare l’IA. Una volta che il sistema viene allenato, potrebbe reagire lentamente a un cambiamento delle informazioni.

L’IA è già stata usate per la prevenzione del crimine, anche in Svizzera, in particolare per prevedere i furti con scasso: grazie ai dati accumulati, si voleva identificare i luoghi e i momenti della giornata in cui erano più probabili. Il bilancio di queste esperienze non è però particolarmente positivo. Nel canton San Gallo, durante i test si sono resi conto che non era molto utile. Se nel caso dei furti con scasso, per i quali c’è a disposizione una grande mole di dati su cui lavorare, il risultato è stato questo, sorge l’interrogativo di quanto possa essere utile e preciso un sistema basato sugli algoritmi nel caso dei crimini violenti, con una base di informazioni decisamente più ridotta.

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Grigioni prudente sull'intelligenza artificiale

Il Quotidiano 06.04.2025, 19:00

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