Svizzera

IA e diritti umani, i ritardi della politica

Preoccupano soprattutto il riconoscimento facciale negli spazi pubblici o la discriminazione nelle assunzioni, perché l’intelligenza artificiale avanza molto più velocemente del quadro giuridico

  • Ieri, 20:50
02:05

IA: alcuni parlamentari vogliono agire

Telegiornale 22.03.2025, 20:00

  • pixabay
Di: RTS/TELEGIORNALE/M. Ang. 

L’Intelligenza artificiale (IA) ormai fa parte delle nostre vite. E, che ci piaccia o no, diventerà sempre più importante. I timori a riguardo non mancano, come i punti interrogativi, ma l’impressione è che la politica, che la dovrebbe governare, sia in grandissimo ritardo. L’intelligenza artificiale, infatti, avanza molto più velocemente del quadro giuridico.

Da qui l’appello di molti, tra cui scienziati, politici ed esponenti della società civile. “Abbiamo davvero bisogno di regole per salvaguardare i diritti fondamentali e proteggere le persone dalla discriminazione - spiega alle telecamere di RTS Estelle Pannatier, responsabile politica dell’ONG AlgorithmWatch, che si batte per un IA rispettosa dei diritti umani -. Questo è ciò che intende fare il Consiglio federale, che però vuole limitare al massimo gli obblighi dei privati e questo per noi è preoccupante”. In gioco, per l’ONG, c’è il riconoscimento facciale negli spazi pubblici o la discriminazione nelle assunzioni operate dall’intelligenza artificiale.

A febbraio il Consiglio federale ha dichiarato di voler adottare gli standard internazionali entro due anni, ma secondo alcuni parlamentari - intervistati sempre da RTS - due anni sono troppi.

Gerhard Andrey, consigliere nazionale dei Verdi, sostiene che dobbiamo prima di tutto iniziare: “Dobbiamo discuterne, perché riguarda tutti noi e tutti i settori”. Lo strumento? Una mozione per avviare un processo di riflessione che riunisca Parlamento, Amministrazione, ambienti scientifici, società civile ed economia. Matthias Michel, consigliere agli Stati PLR, dal canto suo ritiene che non possiamo accontentarci di un dibattito politico ideologico. “Nei progetti digitali vanno inclusi tutti”, dice.

Gerhard Andrey è un Verde ed è al Nazionale, Matthias Michel è del PLR ed è agli Stati, partiti spesso in disaccordo che in questo caso però condividono una nuova maniera di procedere. A firmare la mozione anche Franz Grüter, consigliere nazionale UDC, che chiede però una regolamentazione soft. “Ci vogliono misure più importanti per accompagnare l’innovazione ma vanno evitati nuovi regolamenti”, dichiara.

E fra gli addetti ai lavori che verrebbero coinvolti nella discussione c’è anche l’ONG AlgorithmWatch.

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare