Tre persone sono state arrestate in Svizzera e 22 in altri 18 Paesi in un’operazione (senza precedenti) dell’Europol contro la pedocriminalità. Operazione senza precedenti perché si tratta di uno dei primi casi di pornografia infantile generata dall’intelligenza artificiale (AI), un ambito nel quale manca ancora una legislazione.
L’operazione - denominata Cumberland - ha permesso di identificare in tutto il mondo 273 persone, responsabili di aver acquistato in Danimarca e poi diffuso i contenuti vietati. Gli arresti - finora 25, ma potrebbero diventare molti di più - sono avvenuti per la maggior parte oggi (venerdì). Compresi i tre messi a segno in Svizzera, dalle polizie di Basilea Campagna, Lucerna e Zurigo. Ma il primo e più importante risale a novembre, quando è stato fermato il principale sospettato, un cittadino danese che gestiva una piattaforma online sulla quale distribuiva i contenuti che lui stesso produceva. La particolarità del caso - uno dei primi del genere - sta proprio nel tipo di contenuti: pornografia infantile generata dall’intelligenza artificiale. Il che ha reso il compito degli investigatori particolarmente difficile - si legge nel comunicato stampa dell’Europol, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto - perché manca la legislazione per questi crimini.
“Dopo un pagamento online simbolico, gli utenti di Internet di tutto il mondo potevano ottenere una password per accedere alla piattaforma e assistere agli abusi sui bambini”, ha dichiarato Europol, che sottolinea come lo sfruttamento sessuale dei bambini online rimanga “una delle manifestazioni più minacciose della criminalità informatica nell’Unione europea”. E le forze dell’ordine, sottolinea Europol, devono affrontare un volume crescente di contenuti illegali.
“Queste immagini generate artificialmente sono così facili da creare che possono essere prodotte da individui con intenzioni criminali, anche senza conoscenze tecniche approfondite”, ha affermato Catherine De Bolle, direttrice esecutiva di Europol. “Ciò contribuisce all’aumento dei contenuti di abusi sessuali su minori e, man mano che il volume aumenta, diventa sempre più difficile per gli investigatori identificare gli autori o le vittime”, ha continuato De Bolle, citata nel comunicato stampa. “Le forze dell’ordine dovranno sviluppare nuovi metodi e strumenti investigativi per affrontare queste nuove sfide”, ha aggiunto.
Gli Stati membri dell’UE stanno attualmente discutendo norme comuni per affrontare “questa nuova situazione”, ricorda l’Europol, sottolineando che l’uso dell’intelligenza artificiale per creare immagini di violenza sessuale contro i minori “pone sfide significative alle autorità per identificare le vere vittime”. “Anche nei casi in cui il contenuto è del tutto artificiale e non vengono raffigurate vittime reali, come nell’operazione Cumberland, precisa ancora l’Europol, i contenuti pedopornografici generati dall’intelligenza artificiale contribuiscono comunque all’oggettivazione e alla sessualizzazione dei bambini”.
Secondo la Internet Watch Foundation (IWF), con sede nel Regno Unito, molte immagini e video di abusi su minori sono così realistici che può essere molto difficile distinguerli da immagini di bambini reali.
Europol ha dichiarato che nei prossimi giorni intende lanciare una campagna online per evidenziare le conseguenze dell’uso dell’IA per scopi illegali e colpire i potenziali colpevoli “dove sono più attivi: online”.