Intelligenza artificiale, una questione di geopolitica, oltre che di tecnologia ed economia. Dal suo boom degli ultimi due anni, le discussioni su chatGPT, Google, Deepseek e gli altri giganti del settore hanno popolato le prime pagine dei giornali – o meglio, le home page dei siti d’informazione, per restare in tema informatico. La questione è grossa, ma l’Europa, in questo momento, ha poco da mettere sul tavolo rispetto a Stati Uniti e Cina. Per evitare di essere dipendenti da tecnologie straniere poco trasparenti o addirittura di perdere il passo nella corsa informatica, il Vecchio Continente cerca ora di recuperare terreno e costruirsi lentamente una parziale autarchia digitale attraverso importanti interventi pubblici. Mentre l’Unione Europea, forse con la partecipazione elvetica, cerca di realizzare un centro europeo per l’intelligenza artificiale sul modello del CERN stanziando duecento miliardi di euro, la Svizzera qualche azione l’ha già intrapresa. Nell’ottobre 2024 i politecnici federali di Zurigo e Losanna hanno unito le forze e hanno formato l’Istituto nazionale svizzero di Intelligenza artificiale (SNAI) con l’ambizioso obiettivo di costruire un modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) pubblico, che sia trasparente, libero ed equo. Grazie al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico CSCS di Lugano, parte dell’ETH di Zurigo, lo SNAI coinvolge anche la Svizzera italiana.
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Il progetto dà nuova energia all’iniziativa svizzera per l’intelligenza artificiale lanciata a fine 2023 per rispondere all’incontrastato dominio di pochi attori nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. Infatti, i software per la produzione di testi scritti, linguaggio parlato o di immagini sono relativamente pochi nel panorama informatico mondiale e, soprattutto, generano scetticismo tra gli esperti, non per le prestazioni, piuttosto sorprendenti, ma per la scarsa fiducia che suscitano. «La problematica che tutti noi stiamo vedendo è la mancanza di trasparenza, il non sapere da dove vengono i dati che questi grandi chatbot (come chatGPT, ndr) utilizzano per l’addestramento di questi modelli» spiega ai microfoni di Moby Dick la direttrice associata del CSCS Maria Grazia Giuffreda.
I principi alla base dello SNAI non si distanziano molto da quelli del progetto europeo di un “CERN dell’intelligenza artificiale” annunciato da Ursula von der Leyen il 10 febbraio 2025. «Questa iniziativa svizzera sull’intelligenza artificiale non ha fatto altro che mettere insieme le più impegnate e migliori menti a livello svizzero per poter cercare di sviluppare un’intelligenza artificiale che rappresenti i valori della Svizzera e della nostra società e quindi sviluppi dei modelli che li riflettano - commenta Maria Grazia Giuffreda - L’altro aspetto importante è anche quello di coinvolgere anche la parte industriale, per poter sviluppare qualcosa che veramente abbia un impatto sulla nostra società».
L’intervento di Maria Grazia Giuffreda a Moby Dick
RSI Info 01.03.2025, 10:00
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La ricerca in ambito dell’intelligenza artificiale richiede, oltre a scienziati ben formati, anche le appropriate risorse di calcolo. Così, in una corsa che sembra un testa a testa tra Stati Uniti e Cina, l’Europa può recuperare terreno se i Paesi che la compongono uniscono le proprie forze «sia con i talenti, che con la creazione di una dell’infrastruttura necessaria», sottolinea la direttrice associata del CSCS. Eppure, l’Europa in questo momento fa fatica a dirsi veramente coesa e unita, soprattutto di fronte ai successi dei partiti antieuropeisti in diverse nazioni, rischiando così di diventare ostacolo del proprio successo. «Secondo me il problema dell’Europa resta che siamo un po’ tutti nazionalisti. Ogni paese cerca di mantenere i propri interessi al di sopra di un bene comune europeo» commenta Maria Grazia Giuffreda. Inoltre, l’Europa è stata l’unica regione a emettere importanti leggi come l’AI Act che, sebbene rappresenti una pionieristica tutela dei diritti umani in ambito dell’intelligenza artificiale, rischia, assieme alle numerose altre regole e norme europee, di rallentare lo sviluppo locale e creare un isolamento tecnologico.
Serata speciale - Le altre intelligenze
Il giardino di Albert 07.10.2024, 20:50
La Confederazione, da sempre poco avvezza alle ingerenze straniere, potrebbe continuare un percorso parallelo. «Io sono estremamente convinta, può piacere o non piacere, che la Svizzera debba essere indipendente, è importante mantenere una propria infrastruttura per continuare a sviluppare talenti ed essere una delle forze motrici dell’innovazione, perché nel campo di calcolo ad alta potenza noi siamo sempre stati una forza trainante – dichiara Maria Grazia Giuffreda, che continua - È pur vero però che se si vuole essere competitivi verso la Cina e gli Stati Uniti l’Europa deve essere più unita». È una questione sì di geopolitica, tecnologia ed economia, ma anche, e forse soprattutto, di cultura.