Scienza e tecnologia

Dalla crisi climatica all’AI: competizione o regolamentazione?

Temi scottanti che chiedono risposte urgenti

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Intelligenza artificiale
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Di: Clara Caverzasio 

Il 26 febbraio 2025 la Commissione europea ha presentato il Clean Industrial Deal, aggiornamento del Green Deal teso a promuovere la competitività dell’industria europea stemperando alcuni vincoli climatici considerati troppo penalizzanti. In buona sostanza in nome della competitività von der Leyen ridimensiona il Green Deal. La Commissione europea è infatti pronta ad una ‘deregulation’, funzionale all’economia, che inverte i paradigmi: è l’agenda di sostenibilità che si adegua all’industria e non più viceversa.
Un trend che sembra prendere piede anche in un altro ambito, altrettanto sensibile e urgente: quello della IA.

Lo si è visto nell’ultimo summit sulla IA svoltosi a Parigi il 10 e 11 febbraio scorso, che ha segnato un cambiamento di prospettiva rispetto ai precedenti incontri, spostando il focus dalla regolamentazione alla competizione economica e agli investimenti in IA.
Nel primo incontro globale dedicato alla sicurezza dell’IA, quello di Bletchley Park del 2023, quasi trenta governi, tra cui quelli di Cina, Stati Uniti e Regno Unito, avevano firmato una dichiarazione in cui si riconosce che «esiste la possibilità di danni gravi, perfino catastrofici, intenzionali o no, derivanti dalle capacità più rilevanti di questi modelli di IA».

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A Parigi si discute di AI

Telegiornale 10.02.2025, 12:30

Se il primo Summit di Bletchley Park si concentrava sulla sicurezza dell’IA, il summit di Parigi di quest’anno ha invece messo al centro il tema di chi guiderà lo sviluppo tecnologico globale. In definitiva, la convention di Parigi ha confermato l’inizio della “fase 2” della competizione globale sull’IA, con gli interessi nazionali che continuano a prevalere su una visione condivisa, e un’Europa ancora in cerca di una chiara direzione strategica.

Eppure, la questione della sicurezza della IA è oggi più che mai di scottante e urgente attualità: sia per il livello raggiunto dalle macchine ‘pensanti’, e la loro inesauribile capacità di apprendimento e creazione, sia per il rischio di pericolosi monopoli. Non a caso il premio Nobel Giorgio Parisi propone un centro europeo dell’IA sul modello del Cern.

«Il tempo per controllare l’intelligenza artificiale è a cinque minuti da mezzanotte», scrive lo storico e filosofo israeliano Juval Harari nel suo ultimo libro (Nexus. Breve storia delle reti di informazione dall’età della pietra all’IA, Bompiani 2024). Sintomatico il parallelo con la situazione climatica, che è anzi anche peggiore: quest’anno infatti, il Bulletin of the Atomic Scientists ha portato le lancette dell’Orologio del Giorno del Giudizio a soli 89 secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino di sempre alla catastrofe globale. 

Ma per poter controllare l’intelligenza artificiale è fondamentale innanzitutto conoscere e capire a fondo come funzionano queste macchine ‘intelligenti’. La questione è al centro di numerose pubblicazioni di alcuni fra i massimi esperti di IA come Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale all’Università di Bath e specialista di apprendimento automatico, analisi del linguaggio e conseguenze sociali dell’adozione delle tecnologie intelligenti) che ha appena ultimato una trilogia dedicata alla nuova era delle ‘macchine pensanti’. Dopo La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano (Il Mulino, 2023) e Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza (Il Mulino, 2024), esce ora Sovrumano. Oltre i limiti della nostra intelligenza, (2025 Il Mulino), che esplora le possibili frontiere dell’AI.

Nel primo capitolo della trilogia, La scorciatoia, Cristianini spiega in che modo si è sviluppata l’Intelligenza artificiale, passando per esempio dai sistemi esperti alla machine learning: usando delle scorciatoie, appunto. Con un’avvertenza: tornare indietro non è un’opzione, quindi nel costruirli occorre prevedere la possibilità di ispezionarli dall’interno. Perché i rischi che assieme alle opportunità essi portano con sé sono molti, e quindi servono leggi chiare che ci permettano di farlo e di verificare, e quindi controllare, quali “convinzioni” la macchina ha formato durante la fase di addestramento. Il rischio che assieme ai tanti dati la macchina assimili anche i pregiudizi, per esempio nel caso di assunzioni o concessione di crediti, non solo è molto alto ma in parte si è già verificato.
Anche perché spesso, come ci ricorda lo stesso Cristianini, non siamo in grado di spiegare le decisioni delle macchine. Sono come scatole nere. Un’opacità che mina la capacità di controllo umano, rendendo difficile supervisionarne il comportamento e verificarne l’affidabilità.

In Machina Sapiens, partendo dalla constatazione che i nuovi agenti intelligenti come ChatGPT si sono rivelati capaci di svolgere compiti che vanno molto oltre le intenzioni iniziali dei loro creatori (e ancora non sappiamo perché), Cristianini arriva alla conclusione che se per alcune abilità quei sistemi sono stati addestrati, altre sono emerse spontaneamente mentre leggevano migliaia di libri e milioni di pagine web. E dunque visto che il segreto della conoscenza ora è nelle mani delle nostre creature: «Cos’altro può emergere, mentre continuiamo su questa strada?»

Già, perché una delle domande più urgenti di oggi, secondo l’autore, «rimane quella delle abilità emergenti: se è vero che alcune capacità emergono rapidamente con l’aumentare dei dati, quando si supera una certa soglia critica, come facciamo a prevedere quello che emergerà domani? Questo andrebbe investigato rapidamente, ricordiamoci che non c’è alcun principio fisico o matematico che escluda un’intelligenza “superiore” alla nostra».

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L’intelligenza artificiale

Falò 08.06.2023, 21:10

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Un dibattito avvincente, questo intorno alle proprietà emergenti, che porta l’autore a chiedersi: Volevamo costruire qualcosa, stiamo creando qualcuno? E a una previsione:
dobbiamo aspettarci che le nostre macchine comprendano il mondo in modo interamente diverso dal nostro, anche mentre diventano capaci di svolgere i nostri stessi compiti.
L’imperativo anche in questo caso è dunque quello di studiare le loro capacità.

Nell’ultimo capitolo della trilogia, Sovrumano. Oltre i limiti della nostra intelligenza, Cristianini solleva un’altra questione fondamentale:

Se ogni forma di intelligenza ha dei limiti, quali sono quelli umani e cosa si trova oltre di essi? E soprattutto, siamo pronti ad accettare il sorpasso delle macchine?

Il libro guida il lettore attraverso un percorso che intreccia futuro e presente, esplorando il modo in cui le IA affrontano e superano sfide sempre più sofisticate. L’intelligenza artificiale ha già raggiunto livelli sorprendenti, e in molte aree cognitive riesce ormai a competere con l’uomo. L’ultima frontiera? Comprendere ciò che persino i più grandi esperti (umani) faticano a decifrare. «Ma - si chiede Cristianini - cosa succede quando l’intelligenza umana non è più il punto di riferimento assoluto?». 
Quindi la nuova domanda non è più: se le macchine possono essere intelligenti, ma se possono eguagliarci e superarci. Questioni di massima importanza, che andrebbero tenute in conto assieme o, forse meglio, prima ancora delle implicazioni geopolitiche ed economiche della competizione tecnologica.

1:05:11

Serata speciale - Le altre intelligenze

Il giardino di Albert 07.10.2024, 20:50

L’IA è infatti una grande opportunità ma anche una minaccia inedita per l’umanità, perché è la prima tecnologia della storia in grado da sola di prendere decisioni e creare nuove idee. Non è uno strumento in mano comunque agli esseri umani, è un agente, scrive Harari in Nexus, ricordandoci che: «nel corso della storia, molte culture hanno creduto che per un fatale difetto della natura umana tendiamo a poteri che non sappiamo come gestire. Il mito greco di Fetonte narra di un ragazzo che scopre di essere figlio di Helios, il dio del Sole. Volendo dimostrare la sua origine divina, Fetonte chiede al padre il privilegio di guidare il carro del Sole. Helios lo avverte che nessun essere umano può controllare i cavalli celesti che trainano il carro solare. Ma Fetonte insiste, fino a quando Helios non cede. Dopo essersi alzato fiero nel cielo, però, Fetonte perde in effetti il controllo del carro. Il Sole devia dalla sua rotta bruciando tutta la vegetazione, uccidendo molte creature e minacciando di bruciare la Terra. Zeus interviene e colpisce Fetonte con un fulmine. L’umano presuntuoso precipita dal cielo in fiamme come una stella cadente. Gli dei prendono il controllo del cielo e salvano il mondo».

Ma quali Dei, questa volta, interverranno in nostra difesa?

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