La possibilità che l’intelligenza artificiale (AI) sostituisca i giornalisti e si metta a fare informazione fa discutere non solo gli editori, gli stessi giornalisti e la politica ma anche i cittadini. Tra i favorevoli (che ritengono possa velocizzare il processo di redazione delle notizie e abbattere i costi del personale) e i contrari (che vedono nell’intelligenza artificiale un potenziale pericolo per la libertà di informazione, per la formazione delle idee e quindi per la democrazia) il dibattito è aperto e assai aspro.
Ma mentre si discute, in Italia, Il Foglio, si è già lanciato nell’esperimento. Si tratta di una prima mondiale. Da tre giorni, infatti, (e per un mese) il quotidiano avrà due versioni cartacee, la classica e una dal titolo esplicito: Il Foglio AI, composta da 4 pagine con più o meno 22 articoli, rubriche incluse e 3 editoriali realizzati interamente dall’Intelligenza artificiale. I temi trattati dalle due edizioni a volte coincidono, a volte invece sono diversi.
Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, ha spiegato ai microfoni di SEIDISERA della RSI l’esperimento (effettuato grazie a Chat GPT Pro): “Vogliamo metterci alla prova e far passare l’intelligenza artificiale dallo stato gassoso a quello solido, cioè dare una forma a quello che per molti sembra non avere forma e soprattutto capire quali sono i confini oltre i quali si può andare e oltre i quali non si può andare”.
Ma come si realizza un giornale usando questa tecnologia e come si struttura il lavoro quotidiano della redazione? Cerasa ha spiegato alla RSI che funziona come se fosse un giornale tradizionale: nella riunione di redazione si esplorano vari temi. Alcuni di questi vengono affrontati e poi sottoposti all’intelligenza artificiale. “Sono io che faccio le domande al bot. Le domande, ovviamente, hanno sempre una linea editoriale, quindi hanno sempre un’idea dietro, hanno sempre magari un contenuto che viene richiesto esplicitamente, quindi c’è una libertà di elaborazione ma un’indicazione chiara. Poi alla fine chiediamo anche un titolo, un sommario...”.
L’intelligenza artificiale non è perfetta. Commette errori. “Sì - ammette Cerasa - . Se ci sono troppi errori, se l’articolo è completamente sballato, lo togliamo. Se invece ci sono pochi errori li lasciamo tutti. Per esempio se un nome è sbagliato, se una data è sbagliata, li lasciamo perché è giusto che il lettore capisca quali sono anche i difetti; è un esperimento genuino”.
E come si sta comportando l’intelligenza artificiale nella stesura quotidiana del foglio artificiale? “Si sta comportando in maniera sorprendente - continua Cerasa - . Va oltre ogni immaginazione, anche come capacità di elaborare l’ironia che viene chiesta. In prima pagina, sul Foglio tradizionale, abbiamo rubriche satiriche e ogni giorno anche il Foglio AI ha una rubrica satirica, una rubrica fatta con l’idea che l’intelligenza artificiale prende in giro l’intelligenza naturale. Quindi ogni giorno c’è un commento che prende in giro noi giornalisti tradizionali”.
Non c’è solo il vantaggio innegabile della velocità, della tecnologia. Con questo esperimento stanno crescendo i timori di venir sostituiti da una tecnologia che sa essere anche brillante e spiritosa? “No, lo abbiamo fatto anche dall’alto della nostra supponenza, perché pensiamo che il nostro tipo di giornalismo non sia replicabile e quindi ci siamo messi alla prova, sapendo che questo è il nostro punto di forza - dice Cerasa -. Anzi, pensiamo che possa rafforzarlo, arricchirlo, offrirci nuove opportunità anche per dare ai giornalisti un altro elemento su cui esercitare le proprie tastiere”.
Certo, questo esperimento è anche una buona trovata pubblicitaria. Il direttore Cerasa ha dichiarato alla RSI che le vendite, di entrambe le versioni del Foglio, sono in questi due giorni notevolmente aumentate.

Intelligenza artificiale e mondo del lavoro
Telegiornale 26.01.2025, 12:30

Intelligenza artificiale per le telefonate shock
Il Quotidiano 14.12.2024, 19:00