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"Capitale della soia" con Bolsonaro

Nuove opportunità nelle norme ambientali meno severe promesse dal presidente

  • 17 giugno 2019, 11:58
  • 22 novembre, 21:57
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Dove c'era la foresta

RSI/Emiliano Guanella 12.06.2019, 17:39

In meno di dieci anni la regione di Sinop, città del nord dello Stato di Mato Grosso, è diventata una delle più produttive per l’agricoltura e l’allevamento del Brasile. Fondata negli anni Ottanta su iniziativa del governo militare, è stata abitata da coloni prevalentemente di origine italiana e tedesca che venivano dagli Stati meridionali brasiliani.

Il suo nome è una sigla che sta per Società Immobiliare del Nord del Parana. Col passare del tempo la foresta amazzonica è stata disboscata per lasciare spazio ai campi coltivati, ai pascoli o a causa dell’industria del legno. Oggi a Sinop sono quasi tutti entusiasti del nuovo presidente conservatore Jair Bolsonaro, che ha promesso di allentare le norme ambientali per permettere un’ulteriore espansione della frontiera agricola.

I produttori rurali hanno voglia di conquistare nuove terre a nord e la città non smette di crescere. "Siamo la porta dell’Amazzonia legale – spiega la sindaca Rosana Martinelli – il 90% della gente lavora rispettando le norme vigenti; non accettiamo di essere trattati come dei depredatori della foresta". La legge brasiliana impone ai coltivatori in Amazzonia di preservare l’80% delle loro terre, ma Bolsonaro vuole ridurre questo limite a 50%, un progetto fortemente voluto dalla gente di Sinop. Mentre il mondo si preoccupa con il futuro del “polmone verde” del pianeta, nella capitale della soia si pensa a come aumentare la produzione agricola.

Emiliano Guanella

La foresta Amazzonica e quanto vi sta accadendo è al centro di una serie di reportage in onda al TG 20.00 a partire da lunedì 17 giugno.

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