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Caso Pizzolato, domiciliari negati

Il manager brasiliano è implicato nello scandalo del "Mensalao"; latitante, è stato femato a Maranello. Avrebbe usato fondi depositati in una banca svizzera

  • 7 febbraio 2014, 17:31
  • 6 giugno 2023, 13:35
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Pizzolato e la conferenza stampa del Comando provinciale dei carabinieri di Modena

  • ansa

Arresti domiciliari negati per Henrique Pizzolato, il manager brasiliano catturato ieri dalla polizia di Modena dopo una fuga dal Brasile durata quattro mesi. Pizzolato è stato condannato in patria a 12 anni e 7 mesi di reclusione nell’ambito del processo per lo scandalo del “Mensalao”, lo schema di compravendita di voti di deputati e senatori che ha coinvolto la cupola del Partito dei Lavoratori dell’ex presidente Lula Da Silva e dell’attuale Capo di Stato Dilma Roussef.

Ex direttore di marketing del Banco de Brasil, Pizzolato organizzava la parte contabile dell’intero schema di compravendita. Nel settembre scorso, poco prima della conferma della sua condanna da parte della Corte Suprema brasiliana, ha deciso di darsi latitante.

Usando il passaporto italiano del fratello Celso, deceduto nel 1978 in un incidente auto, Pizzolato è arrivato in Italia passando da Buenos Aires e Madrid e ha trovato rifugio a Maranello, a casa di un nipote, ingegnere alla Ferrari. Allertata dal’Interpol, la polizia italiana è riuscita a trovarlo ed ora si trova in carcere a Modena con l’accusa di possesso di documenti falsi.

Usati fondi depositati in una banca elvetica

Secondo informazioni riportate dalla stampa brasiliana, Pizzolato avrebbe usato nei suoi spostamenti dei fondi depositati presso un conto a suo nome presso una banca svizzera, di cui non è stato reso noto il nome. Dal Brasile partirà nelle prossime ore la richiesta di estradizione, che deve essere esaminata dal Ministero di giustizia italiano, ma non è scontato che la stessa venga accolta anche perché fra i due paesi non esiste un accordo di reciprocità su questi casi.

Il caso Battisti

Potrebbe inoltre pesare il precedente del caso di Cesare Battisti, il terrorista italiano rifugiatosi in Brasile nel 2007 e per il quale proprio l’ex presidente Lula Da Silva negò nel 2011 l’estradizione in Italia.

Pizzolato è l’unico dei condannati del processo del “Mensalao” ad aver scelto la latitanza e ha fatto sapere, mediante il suo avvocato, che non intende tornare in Brasile perché non si fida del sistema giudiziario e carcerario del paese.

Emiliano Guanella

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