La coda di analisi approfondite delle elezioni politiche italiane, a quasi una settimana dai risultati che hanno visto un voto quasi plebiscitario per i partiti di destra, segnatamente di Fratelli d'Italia, guarda alle preferenze di coloro che un tempo venivano definiti "classe operaia" vicina alla sinistra.
Monitorato non solo dai media italiani è stato il risultato di Sesto San Giovanni, un tempo roccaforte lombarda del voto a sinistra, città simbolo delle grandi fabbriche e delle lotte per il mantenimento dei diritti sul lavoro.
Sia chiaro, come suggerisce Enrico Barbanti, delegato del sindacato Fiom-Cgil della città, da tempo a queste latitudini vi è un lento ma costante spostamento o travaso di voti dal rosso della sinistra al blu della destra che prima ancora è stato verde padano leghista e giallo con il Movimento 5 Stelle. Non è solo una questione di provarle tutte, ma di trovare chi possa rappresentarli in battaglie un tempo storicamente affidate alla sinistra che, lo spiega Barbanti da un osservatorio di oltre 30 anni di fabbrica, oggi fatica a fare incarnare alle ex tute blu il sogno di sfide collettive. Anche in questa che è stata una delle capitali della metallurgia e dell'industria italiana. Spira un vento diverso, non tutti hanno virato per ideologia, non tutti per il bisogno di trovare riferimenti e c'è anche una buona percentuale di operai che le urne le ha disertate.
La sfida nella sfida
L'appuntamento elettorale del collegio di Sesto San Giovanni ha visto la vittoria di Isabella Rauti, per l'esponente di Fdi, figlia di Pino ex segretario del Movimento Sociale Italiano, fra i fondatori della Fiamma tricolore, contro il deputato del PD Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano sopravvissuto ad Auschwitz, e particolarmente attivo sui temi sociali. Non serve caricare di "simbolismi" questa sifda, prova ne è che Fratelli d'Italia ha vinto un po' ovunque.
Lo stesso Fiano, ai microfoni della RSI, spiega quali sono secondo lui le ragioni di una perdita così forte dei DEM e quale dovrebbe essere la ricetta per tonare a riappropriarsi di temi e territori cari al mondo delle sinistra.
Intervista ad Emanuele Fiano - Le ragioni di una crisi
RSI Info 29.09.2022, 13:49
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Il silenzio dei dipendenti
Fuori dalle fabbriche, nella pausa pranzo, i lavoratori non desiderano soffermarsi davanti alle telecamere sui motivi di questo voto in ordine sparso, non pochi tuttavia affermano che si tratta di una protesta verso chi avrebbe dovuto pensare a loro, ai loro figli. Hanno paura per i costi di energia e gas, temono i ridimensionamenti e che la prossima lettera per rimanere a casa toccherà anche loro. Niente più mense collettive, qualche locale con menu "prezzo fabbrica" per chi ancora può uscire a mangiare facendo a meno della "schiscetta". Un tempo lungo questi viali c'erano pali della luce e bacheche con "fogli" di stampo marxista che inneggiavano ad incontri, assemblee e rivoluzioni lì da venire. C'erano anche i volantini firmati Brigate Rosse impegnati in una lotta contro lo Stato, ma questa è un'altra storia. Nei pressi della stazione ora si vedono i bus che fanno la spola con l'Albania, qualche scritta contro lo "schiavismo delle multinazionali", brevi poesie anarchiche appiccicate ai lampioni e qualche annuncio di ricerca di lavoro, in un'area dove un partito ancora nelle scorse settimane ha provato a cercare quello che un tempo era il suo popolo.