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Dagli USA un miliardo in armamenti per Israele

Dopo aver bloccato gli invii di materiale bellico nelle scorse settimane, l’amministrazione Biden ha deciso che ne manderà un ingente quantitativo. Ma non si sa ancora quando

  • 15 maggio, 07:14
  • 15 maggio, 08:10
Carri armati e fanteria israeliana in un'area nel centro di Gaza

Soldati israeliani all'interno di una zona devastata di Gaza nei giorni scorsi

  • Keystone
Di: AP/RSI Info

L’amministrazione Biden ha dichiarato che invierà più di un miliardo di dollari in armi e munizioni supplementari a Israele. Lo hanno riferito tre funzionari del Congresso americano. Ma non è stato reso noto al momento il periodo effettivo di consegna delle armi.

È la prima spedizione di armi a Israele che viene rivelata da quando, questo mese, l’amministrazione ha sospeso un altro trasferimento di armi, consistente in 3’500 bombe da 908 chili ciascuna. L’amministrazione Biden, citando la preoccupazione per le vittime civili a Gaza, ha dichiarato di aver messo in pausa quel trasferimento di bombe per evitare che Israele usasse quelle particolari munizioni nella sua offensiva sulla città meridionale di Rafah, che ospita centinaia di migliaia di civili.

Il pacchetto reso noto martedì include circa 700 milioni di dollari per munizioni per carri armati, 500 milioni di dollari per veicoli tattici e 60 milioni di dollari per proiettili da mortaio, hanno detto i funzionari, i quali hanno parlato a condizione di anonimato, evocando un trasferimento di armi che non è ancora stato reso pubblico ufficialmente dal Pentagono.

Non ci sono state indicazioni immediate sulla data di invio delle armi. Due assistenti del Congresso hanno detto che la spedizione non fa parte del pacchetto di aiuti all’estero, a lungo rimandato, che il Congresso ha approvato e il Presidente Joe Biden ha firmato il mese scorso. Non era noto se la spedizione fosse l’ultima tranche di una vendita di armi esistente o se è piuttosto qualcosa di nuovo.

Gli USA bloccano le armi per Israele

Telegiornale 08.05.2024, 20:00

Intanto, lo Stato ebraico continua a colpire la Striscia di Gaza. Martedì i bombardamenti hanno provocato decine di vittime, secondo quanto riferisce Hamas, in un momento in cui quasi 450’000 palestinesi sono in fuga dalle aree bombardate della città di Rafah, minacciata da una grande offensiva..

Nel piccolo territorio palestinese assediato e devastato dai combattimenti tra i soldati israeliani e Hamas, la popolazione civile, già sfollata più volte dall’inizio della guerra, deve continuare a spostarsi nel tentativo di trovare rifugio, anche se le Nazioni Unite affermano da tempo che “non c’è un luogo sicuro a Gaza”.

E martedì sera, un attacco israeliano nel sud del Libano ha ucciso due persone, tra cui un comandante di Hezbollah. Hussein Makki, 55 anni, “è morto come un martire sulla strada di Gerusalemme”, ha riferito l’organizzazione. Secondo i media libanesi Makki è stato ucciso in un attacco effettuato da un drone israeliano contro “un’auto sulla strada principale da Tiro ad Al-Hush”.

Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, il 7 ottobre, ci sono stati scambi di fuoco quotidiani al confine tra Stato ebraico e Libano tra l’esercito israeliano e i miliziani Hezbollah libanesi, che sostengono il movimento islamista palestinese di Hamas.

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